Be In è il titolo del primo album di inediti dei NO AU. Sette tracce che comprendono anche un’originale rilettura di Norwegian Wood. Un debito con l’Inghilterra evidente, ancorché dichiarato. Un progetto ideato e realizzato da Stefano Guglielmi (cantante, chitarrista e fondatore della band), oggi insieme a Francesco Rondinelli (batteria) e Alessio Cirillo (basso).
I brani hanno sonorità di matrice rock’n’roll, ma virano lungo traiettorie psichedeliche e shoegaze. Si passa da cavalcate elettriche, a volte anche dure, a suggestioni nervosamente e volutamente destrutturate, a ballad delicate.
Registrato tra la fine del 2017 e la fine del 2018 allo studio Formicaudio di Mariano Comense da Giovanni Garzillo e Luca Vecchi, masterizzato al Bluescore Studio di Milano da Marco Leo, Be In dei No Au è un’orgogliosa auto-produzione promossa da Costello’s.
No Au traccia per traccia
Dopo i due minuti introduttivi di Red Moth si viaggia con un po’ di acidità in Horses. Pezzo che apre e chiude il gas a piacimento, su volute elettriche e su ritmi ben determinati.
Purple Daze getta la maschera e si tuffa nella psichedelia vintage faccia avanti.
Si procede poi lungo London Bridge, che rallenta parecchio i ritmi adagiandosi su qualche nuvoletta malinconica.
Ecco poi Norwegian Wood (This Bird has Flown), reinterpretazione piuttosto libera ed energica del morbido classico beatlesiano. Coda finale ancora su tinte psi.
Si sale a bordo del Magic Bus poi, sorretta da un lavoro di basso piuttosto fitto. Il bus peraltro transita per le zone più oscure della città, senza però rinunciare del tutto a qualche luce improvvisa.
A chiudere ecco la title track Be In, che ha toni piuttosto malinconici ma anche una tessitura molto fitta. Il finale è accelerato e policromatico.
Consapevoli dei propri debiti ideali, i No Au maneggiano il materiale psichedelico con una certa cura. E ne fanno un breve album plastico e ispirato, ricco di spunti e di qualche certezza.