Olden, classe 1978, pubblica A60, quinto lavoro discografico. Cresciuto con le audio-cassette degli anni ’60 dei genitori, che ne hanno influenzato la formazione artistica facendone «… un po’ un giovane-vecchio che avrebbe desiderato nascere 80 anni fa, frequentare Enzo, Luigi, Fabrizio; da tenebroso artista che ama la Francia ma è cresciuto anche con i Beatles».
In A60 Olden colleziona nove brani provenienti appunto dai Sixties, a volte di provenienza straniera ma tutti diventati successi anche in Italia, senza indulgere per forza ai brani strafamosi.
Olden traccia per traccia
La prima canzone del disco è un’energica e dinamica Resta, di Maurice Williams ma in versione italiana con il testo di Mogol, che apre le danze in modo piuttosto vibrante.
Altro tipo di vibrazioni sono quelle di Fiume amaro, di Mikis Theodorakis, ballad piuttosto malinconica portata al successo da Iva Zanicchi.
Il peso degli anni si avverte soprattutto in brani come E il treno va (Richard Anthony) seppure molto rinfrescata qui a livello di suoni.
Lenta e compassata, oltre che ricca di intensità, è Lei, uno dei successi dell’italo-belga Salvatore Adamo. Entrano anche gli archi a sorreggere i pensieri aerei della canzone.
Adesso sì è opera di Sergio Endrigo, qui stesa su un letto molto elettronico e anche un po’ nervoso.
Scelte del tutto acustiche invece per Il vento dell’Est, con le firme di Ricky Gianco e Gian Pieretti, quindi dell’ambito del Clan di Celentano.
Il pianoforte traccia linee rosse per l’andamento melodico de La Tieta, canzone di Joan Manuel Serrat che in Italia ha visto interventi di Mina (su testo di Paolo Limiti) e di Guccini che la rifà in dialetto modenese.
Siamo in zona Enzo Jannacci con Giovanni Telegrafista, qui resa in modo più triste rispetto all’originale, di cui comunque conserva parte della verve.
Si chiude con la celebre Tutta mia la città, grande successo dell’Equipe 84, qui piuttosto cupaanche se non senza speranza.
Come sempre in questi casi il rischio è di lasciarsi portare via dalla nostalgia: è un rischio che Olden non corre perché riesce a regalare volti nuovi a canzoni sì antiche, ma mai morte.