Un posto in gara tra i big di Sanremo 2023 e un nuovo ep, Il mondo gira: quello che è appena trascorso è un venerdì che difficilmente Olly dimenticherà. Genovese, classe 2001, bazzica da ormai qualche anno nella scena rap ligure, mai così fiorente come negli ultimi anni. Sensibilità, energia, voglia di divertire e di divertirsi, vocalità e pronuncia personalissimi: questi sono i punti di forza di Federico Olivieri, che sembra ormai prontissimo a spiccare definitivamente il volo e a raggiungere il grande pubblico.
I 7 brani de Il mondo gira, il nuovo ep, sono prodotti in collaborazione con JVLI e rappresentano un piccolo manuale ‘for dummies’ di quel che Olly ha prodotto negli ultimi anni: si balla, ci si stringe, si sorride, si vive. A volte di corsa, a volte andando a passo lento, seguendo la propria strada sempre e comunque.
Nominato ‘Artista del mese’ da MTV New Generation nel 2021, ha già ottenuto milioni di stream e attirato l’attenzione dei colossi della musica, diventando ben presto un piccolo, grande local hero.
“Il mondo gira, in un giorno mille facce e situazioni corrono attorno e ripartono da capo. Il flusso è instancabile e palese da sempre. Ognuno, tuttavia, è coinvolto e sfidato a suo modo in questo moto di rotazione. Io ho distinto due diverse modalità per starci dentro: una riflessiva e una dinamica.
Sono riflessivo soprattutto a Genova, casa, quando mi interrogo sulla mia storia e la mia identità, quando supero il casello pompando un cantautore nell’impianto, e la pressione cala improvvisamente. Milano, invece, mi dà adrenalina e mi rende spesso dinamico. Corro dentro alle circostanze e ci vado a ballare, mi lancio nei progetti e nelle possibilità. Ciò che sto scoprendo è che nessuna di queste modalità basta da sola. A Genova occorre del ritmo, a Milano un attimo di pausa. Chi vive di corsa è forzato e non sa soffermarsi, chi resta nel suo perde passione e rischia di non conoscere il nuovo.
La mia musica nasce proprio da questa scoperta: cassa dritta fino ai 180 BPM, ma una struttura cantautorale a supporto. Se quattro pezzi su sette sono velocissimi, in questo momento sto forse conoscendo la velocità del mondo, ma ciò che voglio raccontare è lo stupore di vederlo girare. Nel caos e nella pace”.
Olly traccia per traccia
Voglio una vita senza pause / senza pace / senza regole / una vita per sbagliare / si, la voglio tutta per me
Benvenuti nel viaggio: quello che viene raccontato in Una vita, il brano che apre il disco: al suo interno ci sono Genova, Milano, la fame vera, quella che fa venire voglia di mangiarsi il mondo, i rimpianti e i ricordi. Un pezzo veloce, velocissimo, che segue la corsa che ogni giorno ci troviamo ad affrontare e che non riuscirebbe a venir fuori in una ballata qualsiasi.
Se non balla allora fermati / Pensaci / il bello è nelle cose semplici e sento il cuore che parla / e non conta più nulla finché l’anima balla
Con L’Anima balla Olly si è conquistato il suo posto tra le fila dei Big di Sanremo, portando il suo stile inconfondibile anche sul palco dell’Ariston. Un inno a seguire quello che fa star bene, che tiene a galla e rende sensato il percorso. Riflessiva e allo stesso tempo movimentata, rappresenta perfettamente la sintesi di quel che contraddistingue chi canta: se non ne vale la pena, se l’anima non balla, tanto vale cambiare direzione e cercare quello che veramente fa battere il cuore.
Io che scappo quando vibro / Nostalgico / Ho le cuffiette con il filo
C’è così tanta roba dentro Ho un amico che forse sarebbe giusto far parlare lo stesso autore per raccontarne il vero senso: “Il lockdown ha fatto il suo effetto anche su di me: quel periodo mi ha abituato alla solitudine che ho gestito concentrandomi in maniera indefessa sul lavoro, evitando nuove scoperte e soprattutto vecchi amici. Dopo la fine dell’isolamento forzato, un po’ per volta, qualcuno attorno a me si è accorto della mia chiusura e ha trovato modalità rispettose di farmi compagnia. Il punto di svolta è stata una serata passata in compagnia dei miei amici genovesi e di quelli valdostani del mio produttore JVLI dopo 4 giorni di session. Grazie a quel momento e a JVLI ho capito quanto queste persone fossero importanti per me, capaci di insegnarmi a celebrare, rito che avevo dimenticato da tempo. Da quando ho scritto “Ho un amico” mi è sempre più chiaro che non lavoro solo per me, ma anche per chi mi vuole bene. E adesso cerco sempre di includere i miei amici nella mia vita, lavorativa e non, stando ben attento anche io ai progressi che fanno loro, supportandoli e credendoci”.
Quello che si sente appena parte la base è un affetto profondo, una serie di ricordi che solo con gli amici speciali si possono condividere, una malinconia propositiva che vuole costruire altri momenti da rendere unici insieme a chi sa davvero chi siamo, e non ha nessuna intenzione di abbandonarci a noi stessi.
Tu tre metri sopra il cielo, io tre sotto shock
Un’altra volta riporta il ritmo a livelli dance, cercando di non affogare in un mare di nostalgia per una relazione che non va come dovrebbe, ma che non vuole saperne di mollare la presa. Scelto ovviamente come singolone, ha già raggiunto più di 5milioni di stream sul solo Spotify.
L’amore è una corda, tu tirala forte e prega / Che tieni la presa o ti cade e fa tanto rumore, un buco per terra
Tutti abbiamo conosciuto l’amore, e tutti abbiamo provato a spiegarlo, a raccontarlo, a definirlo. L’amore va è il tentativo di Olly: una serie di diapositive, di sensazioni, di parole che evocano immagini, che fanno ricordare i crampi al cuore e le vene che si spezzano, la fede con cui riponiamo il nostro essere umani tra le braccia di un’altra persona. Un altro pezzo intimo, riflessivo e dal ritmo contenuto, come quello del battito del cuore.
E vorrei dirti che ne so qualcosa / Ma non si parla con il cuore in gola
Spaccami in due, tu puoi recita nel ritornello Fammi morire, una resa incondizionata all’amore, anche con la consapevolezza che potrebbe fare male. Definita dallo stesso Olly “il mio rewind”, totalmente rapito dal sentimento e dal desiderio, ci si lascia andare e si vede dove si va a finire. Sperando che non faccia troppo male.
Guarda, sono amareggiato già meno di ieri / Mi sono già rovinato la luna per i crateri
Canto alla luna ha il compito di chiudere il disco, di offrire spunti di riflessione, di raccontare un momento: quello in cui, in cima al tetto di casa, si tirano un po’ le somme di quello che accade. Essere lupi, capobranco e solitari insieme, affidarsi agli amici, lasciare la porta aperta a quello che succederà domani.
Qualcuno cantava che schifo avere vent’anni, ma forse dipende un po’ da come si affrontano: la sensazione che tutto sia ancora possibile, anche quando le ferite bruciano e la terra trema sotto i piedi, è uno dei messaggi più freschi e sinceri che si possa dare a un pubblico sicuramente giovane a cui questi brani sono destinati, e sono un bel promemoria per chi magari giovanissimo non è più ma ancora non ha imparato la lezione: la terra gira, e noi con lei. Forse il segreto è davvero lasciarsi un po’ andare, far ballare l’anima, vedere dove ti porta. In questo caso, a Sanremo. Il brano in gara si intitola Polvere: benvenuto tra i ‘big’.