RCCM, “Frasi per tatuaggi”: recensione e streaming

Si chiama Frasi per tatuaggi il nuovo ep/album (sette canzoni e quaranta minuti sono più lp o più ep? Boh) degli RCCM. Che peraltro TRAKS ti ha offerto in anteprima qualche giorno fa.

RCCM è l’ultima formazione del collettivo Controfase. I componenti di RCCM (Andrea Beggio, Matteo Dell’Osso, Marco Ober, Mont Pèlerin, Barbara Schindler, Emanuele Zottino) portano esperienze da diversi generi, il rock, la sperimentazione, la minimal, l’hardcore-punk.

RCCM traccia per traccia

Molto sferzante e molto calata, in modo critico ma molto lucido, nell’attualità Buongiorno, con il recitato sorretto da sonorità piuttosto sofferte.

L’amarezza non cala di un millimetro in Momenti di coscienza, che però alza la voce e offre sfoghi rumorosi alla rabbia e al rancore.

Movimenti elettronici minimali nell’apertura di Nei locali del centro. La voce arriva calda ma anche con alti gradi di oscurità. Una citazione dei Doors passa sottotraccia, prima che il ritmo del brano decolli.

Si parte all’oscuro anche con Sound Science, pezzo centrale nella scaletta del disco ma anche buco nero nel quale vanno a finire tensioni elettriche e pulsioni.

Momenti di dolcezza all’inizio di Spiacevoli necessità, ma poi si inizia con l’analisi della crescita del Prodotto Interno Lordo, e il discorso si allarga alle agenzie di rating, banche, finanziarie e di altri enti di predazione organizzata, pardon, di risparmio organizzato.

C’è l’arpa nei primi passi di Tutta roba risaputa, sorta di visione di delirio che poi esplode con rumorismi di natura industrial. Buonanotte prova a fornire un’uscita morbida dal disco, con un flusso sonoro e melodico continuo ma in crescita.

Scuro e terribile, il disco degli RCCM procede diritto per la sua strada storta, senza sconti, compromessi o distrazioni. La realtà è veramente questa o è la band che sta esagerando nei suoi testi? Il dubbio esiste ed è difficile opporre una difesa consistente al veleno sparso nei versi di sette canzoni disgreganti e capaci di graffiarti in fondo allo stomaco.

Genere: alternative rock

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