Valeria Sturba (OoopopoiooO, John De Leo) e Valentina Paggio (Duodeno) sono Vale & The Varlet e Believer è il loro primo disco: canzoni minimal pop, con l’ausilio di tastiere giocattolo, violini, theremin, minisynth, drum pad, percussioni ed effettistica in quantità. Tra gli ospiti Vincenzo Vasi (Vinicio Capossela, OoopopoiooO).
Vale & The Varlet traccia per traccia
Si parte con I Forgot the Belgium, storia di ubriachezza e curiosità varie, tra cui una citazione esplicita del Bolero di Ravel, che serve in modo piuttosto efficace a preparare il terreno per l’alt-pop di cui si ammanta tutto il resto del disco. Oh Love Me invece cerca di sparigliare le carte, indossando i vestiti della canzone piano e voce old style.
Sunday Morning riporta alla mente il classico dei Velvet Underground, ma solo per questioni di omonimia: qui la realtà è molto più acida e contrastata, tra archi impazziti. Pianoforte e ancora archi per una molto più dolce ma leggermente ambigua Alejandro, con Luca Savorani come ospite e con un finale molto “antico” ed enfatico.
Slight Story si muove più o meno su sonorità simili, ma l’atmosfera è più seria, almeno a tratti. Believer, la traccia del titolo, disperde la sua malinconia di fondo in discorsi per lo più elettronici, con un drumming semplice e marcato. Please Help Me si incunea nell’album grazie al cantato sottile e sempre a un passo dalla parodia. Temporali in corso in Bobe, prima che il cielo si rassereni e lasci spazio a una canzone caratterizzata da strani sospiri ma anche da sonorità molto morbide.
Qualche memoria di Björk in Technomg, molto “virata” in senso elettronico e molto impegnata a costruire un background tecnologico e inquietante al brano. Storie di fantasmi, o almeno così potrebbe sembrare, in Minnie, tra vecchi merletti e nuovi synth. La chiusura, con Vincenzo Vasi, è un’imprevedibile blues-gospel con Only a Man. E forse è giusto così.
Strampalato, curioso, stupefacente e scarsamente prevedibile: scegli tu l’aggettivo che preferisci appiccicare al disco di Vale & The Varlet. Ma se ti piacciono le sorprese, gli agguati dietro l’angolo, i trabocchetti sonori, questo è il disco giusto per te.