
Il loro ep d’esordio, I nonni sono morti, te lo regala TraKs: solo qui e ora, infatti, in anteprima esclusiva, puoi scaricare in free download l’intero lavoro de L’Etiope.
Della copertina raccontano: “è una foto “ritrovata”. Guido (chitarra e synth) segue il progetto fotografico “Found Film Photos” (fb: Found Film Photos), in cui cerca vecchie pellicole fotografiche esposte e non sviluppate e ne rivela il contenuto dopo anni di latitanza. La foto di copertina, in particolare, viene da un rullino 620 Kodak, proveniente dall’America, e raffigura due giovani abbracciati di fianco ad un pianoforte, negli anni ’50 o inizio ’60. Ci piace pensare che i due abbiano sfidato i tabù abbracciandosi appartati in una festa. Chissà cosa ne è stato di quell’abbraccio”.
L’ep, autoprodotto, è stato registrato presso La Sauna Recording Studio (già conosciuta per i lavori di Dente, Il Triangolo, Hot Gossip, Il teatro degli orrori, ecc.) mentre il mastering è stato curato da Giovanni Versari (Verdena, Afterhours, Franco Battiato, Lucio Dalla, Vinicio Capossela e vincitore del Grammy Award per il lavoro svolto su “Drones” dei Muse).
L’Etiope traccia per traccia
L’ep si apre sui toni movimentati di Prosopopea (nessuna paura di usare paroloni, insomma). La quale si parcheggia in ambito rock, ma propone già all’ascolto la versatilità della band, che ogni tanto (spesso) si lascia andare a qualche variazioni sul percorso previsto.
Si prosegue sui ritmi allegri de L’assenza del tempo, che richiama alla mente Paolo Conte, ma con modalità e sonorità vivaci, un buon lavoro di basso, in un pezzo breve ma di ottimo gusto. 12 maggio 1974 accelera decisamente, esplora atmosfere blues, descrivendo in termini non proprio elogiativi la scena di un matrimonio. Il brano saltella tra idee swing e atmosfere psichedeliche, soprattutto in una coda alimentata dalle tastiere.
Parafrasando il motto di capitan Nemo, Immobilis in Mobili propone un’altra ottima base blues per un tracciato cantautorale, con possibilità di varie svolte, dietro alle quali si può trovare un assolo di chitarra oppure qualche ricamo in colori oscuri.
Piacciono molte cose di questo ep de L’Etiope: la cura del dettaglio, la varietà di atmosfere proposte, la buona ispirazione e la voglia di “suonare bene” senza arroganza o supponenza. Il fascino del passato, che traspare dalle loro canzoni ma anche da tutto ciò che circonda l’ep, non li ha resi prigionieri di mode vintage, anzi ne ha liberato le virtù migliori. Si attende con curiosità l’esordio su distanza lunga.