Nati a Modena nel 2012, The Chicken Queens sono Matteo Capirossi (voce e chitarra) e Luca Sernesi (batteria) che hanno pubblicato un primo disco (Up from the grave) nel 2013. Oggi, con l’aiuto di David Parmeggiani Rojo al basso, pubblicano Buzz, un ronzio in cui convergono i classici del blues e del rock come le radici del punk, il garage con idee in stile White Stripes e BRMC.
The Chicken Queens traccia per traccia
Si parte con i ronziii di The Queen Bee, l’ape regina che si tuffa a capofitto in un miele che può ricordare da vicino certo pop di marca british (invasion), con propaggini che arrivano fino ai Sixties. Intenso e continuo il discorso della chitarra ritmica, architrave ormai un po’ smarrita nel rock d’oggidì. Perfino un piano un po’ Jerry Lee Lewis arriva a colorare il pezzo.
Sweet Cold Bones ci fa capire però che la nostalgia non è l’unico componente tra le sensazioni che questo disco vuole suscitare: il pezzo è molto diretto e furibondo, con il drumming a rullare con potenza, affiancato dalle chitarre con la valvola tutta aperta.
A seguire una citazione nobile: Rollin’ and Tumblin’, grande classico del Delta datato 1929 e rifatto da centinaia di artisti blues, tra i quali è d’obbligo citare Muddy Waters che ne fece una propria bandiera, ed Eric Clapton. The Chicken Queens ne fanno una versione ambigua, non integralista, colorata perfino di qualche traccia new wave, in definitiva interessante.
Holiday Blues, al contrario, suona molto più “Delta” della precedente, pur senza rinunciare ad aggressività e idee e pratiche garage. Arriva poi Clap Your Hands, già nota per via di singolo e video, con voce filtrata, un po’ malata e un po’ adirata, molto Jack White. Al contrario molto zeppeliniana Cherry Boomb, che non rinuncia a filtri vocali ma si appoggia ad alternanze di chiaro/scuro piuttosto estreme.
When the Sun goes down si avvolge intorno a un riff, prima che arrivi uno stop and go a rendere più acido il panorama. Tutt’altro sapore quello dell’introduzione di She Looks, dolcissima e sulle prime acustica, poi più voluminosa ma senza rinunciare a una morbidezza e anche a una malinconia sostanziale.
Disco molto interessante e non solo per integralisti o “passatisti” questo dei Chicken Queens, capace di suscitare buone emozioni e di appagare dal punto di vista dell’impatto e della scelta delle sonorità.