Radio Sakura (Warner Music Italy) è fuori in formato fisico e digitale: Rose Villain pubblica il suo nuovo disco, ricco di featuring. Acquistando il vinile o cd al suo interno sarà possibile trovare anche una raccolta di poesie inedite, scritte dalla stessa artista.
Madame, Ernia, Bresh, thasup e Guè sono le collaborazioni scelte per questo nuovo viaggio, con cui traccia dopo traccia ci guiderà verso un nuovo capitolo. Rose ha già annunciato le date per l’autunno:
17 ottobre 2024 – FIRENZE – Viper Theatre
18 ottobre 2024 – PADOVA – Hall
25 ottobre 2024 – NAPOLI – Casa della Musica
29 ottobre 2024 – MILANO – Fabrique
Info e biglietti su www.magellanoconcerti.it.
Rose Villain traccia per traccia
Parole e spade popolano Hattori Hanzo, duetto con Madame che ha introdotto il disco: la scelta è di aprire il lavoro con enfasi e un certo senso del dramma, ma anche mettendo in evidenza una voce di cui forse si parla un po’ troppo poco. Madame fornisce pennellate urban a profusione (e dice che ha in cuffia questo disco, in una citazione interna), mentre petali di ciliegio cadono a terra.
Ecco poi la sanremese Click Boom!, con la sua schizofrenia che la porta a estremi opposti: Rose ci porta nel suo disordine e ce lo fa ballare. L’amore come un proiettile fa i conti con le paure della ragazza dai capelli blu, che è stata sicuramente tra quelle che hanno saputo sfruttare meglio le occasioni fornite dall’Ariston.
Tutte le cose preferite e tutte le sensazioni si concentrano su Stan, che cita Eminem e ospita Ernia, per raccontare un amore che supera le distanze di tutti i tipi, su ritmi accelerati. Un po’ più sbilanciata dal lato hip hop ecco Huh?, spezzata e frammentata su ritmi frenetici, con propensioni onomatopeiche e fumettistiche. E comunque quando deve dire “lontano”, Rose cita solo città colombiane.
Bresh apre Graffiti, che delinea un rapporto contrastato, sotto un cielo nero e non blu: tutto va in pezzi e i due dialogano esprimendo dolori intimi ma rapidi a scorrere. Chitarra blueseggiante per raccontare Il mio funerale: “tipa vestita di nero, dove mi porti?” Alla fine esce un pezzo punk divertente, per cantare e ballare a un funerale che ha tutte le caratteristiche di una festa.
C’è thasup per raccontare molti Brutti pensieri, con le voci che oscillano e un senso di profondissima tristezza e una serie di possibili suicidi passati in rassegna. Domande retoriche e accordi di chitarra in Hai mai visto piangere un cowboy?, capace di correre veloce ma anche di chiedere un po’ di vicinanza.
Trasparente è un altro pezzo che sa di sanremese, con le caratteristiche della ballad fatta apposta per mettere in evidenza la voce. Il coro arriva a sottolineare e completare il discorso. Ultimo duetto quello con Guè, su una sorta di bachata che fiorisce di riferimenti pop e no: Come un tuono chiede di spogliarle anche il cuore a qualcuno che è arrivato senza preavviso.
Campioni di Tainted love per dare inizio a Io, me e altri guai, il cui testo invece cita i Linkin Park e si muove su sensazioni oscure e ritmi serrati. Aperto in modo melodico, il disco si chiude nello stesso modo, anche se qui si parla di amore per una città: Milano almeno tu è (posso dire finalmente?) una canzone che parla bene di una città di cui tutti amano parlare male. Usando perfino un minimo di dialetto, una cosa che non si sentiva da Jannacci. Più urban di così.
Panorami diversi in un viaggio a tutta velocità: Rose Villain completa le sensazioni che aveva già suscitato con Radio Gotham, completando un personaggio che è molto sfaccettato e che regala al panorama pop italiano un personaggio che gioca con le propensioni da cartoon (o da anime) ma senza lasciarsene trascinare via.
La ragazza ha talento e lo mette in mostra senza nascondersi. I duetti completano il panorama ma sono tutti consumati da pari a pari, rimanendo in equilibrio tra pop e hip hop, anche perché non è necessario fare una scelta quando si riesce a fare bene in entrambi i mondi.
