“Non mi aspetto niente ma sono già deluso”: vale citare un meme popolare nella serata finale del Festival di Sanremo 2023, che prevedrà anche la regina di Instagram che spiega che cosa sono i meme, peraltro mentre suo marito diventa a sua volta un meme probabilmente eterno.
Ma andiamo con ordine: si parte con l’inno. Ma siamo sicuri che la retorica patriottica non sarà la cosa più fastidiosa di serata. Il maestro comunque si chiama Pantaleo Leonfranco, potrebbe già bastare così. E invece no, facciamo parlare un quarto d’ora anche il capo di stato maggiore dell’Aeronautica, a fare un po’ di propaganda militare. Che tanto viviamo in tempi pacifici.
Per contrasto, Morandi entra dalla platea omaggiando l’amico Lucio Dalla (senza citarlo mai, neanche quando dice che avrebbe compiuto 80 anni, ma tanto non ce n’è bisogno) con una performance francamente memorabile e strepitosa su Piazza Grande, Futura e Caruso.
Poi inizia la gara: il pubblico canta “Sei bellissima” a Elodie e ne ha ben donde. Anzi piovono anche proposte di matrimonio. Anche la performance è all’altezza della bellezza statuaria della ragazza: canzone che funziona senza uscire dai margini. Arrivano poi i Colla Zio che i margini non sanno neanche cosa siano. Ma stasera sono finalmente elegantissimi. Chi li paragona ai Pinguini Tattici Nucleari non sa chi siano i Pinguini Tattici Nucleari, sembra abbastanza evidente. Il pezzo ha comunque una buona carica, nonostante sia più casinista che creativo.
Mara Sattei rinuncia alle scollature proprio per la finale. Il pezzo rimane buono ma sempre un po’ troppo ingessato e prevedibile. Lei brava ma non arriva più di tanto. Atmosfera fiabesca (e un pelo eccessiva) per l’ingresso della Ferragni, vestita di oro e azzurro, con Morandi che le bussa sul vestito. Vedrai che fiaba, Ferragni.
Scende Tananai, pronto per interpretare il prossimo James Bond. Saranno le tre hit che ha droppato, saranno le lezioni di canto, ma quest’anno sembra nato per questo palco. “Dio ci pesta come un Tango”, ma se ci pestasse un po’ meno il ragazzo andrebbe sul podio. Esce ringraziando i protagonisti della canzone e Sanremo che l’ha fatto crescere, augurando che arrivi un lunedì per tutti. Nel mentre non arriva il lunedì, ma una trafelata Chiara che è rimasta imbottigliata in una cena sanremese.
Chiara: Su ColaDima ci sono.
Fabio: MACCHEMMAREMACCHEMMARE.
Chiara: Eh.
Fabio: In bianco e nero stasera, particolarmente compunti. Ma continuano a non sentire il peso delle aspettative, a buttarsi per terra, a entusiasmare e interpretare il pezzo migliore del Festival 2023. Preferisco il rumore della metro affollata alla canzone di Mengoni, peraltro.
Chiara: Ribadisco che devono vincere anche il David di Donatello.
Fabio: Eh hanno fatto anche un film, come sai.
Fabio: Giorgia parte regalando il santino/amuleto ad Amadeus. La canzone galleggia senza direzione, come dice il testo, e non rimarrà fra le migliori della sua carriera. Per quante standing ovation le farà l’Ariston. Mentre i Modà mi fanno rimpiangere i bei tempi in cui nelle prime serate c’erano le eliminazioni e qualcuno te lo levavi dalle palle subito o quasi subito. MUACHEGIUORNOUEEEEEE.
Chiara: Oggi Kekko ha fatto una conferenza stampa drammatica un cui raccontava tutti i suoi problemi
Fabio: Ok, ho capito. Cioè mi spiace. Mi si perdoni il cinismo, anch’io però ho i miei problemi e non per questo vado a gridare MUACHEGIUORNOUEEEEEE a Sanremo. Intanto gli unici veri ospiti internazionali di questa edizione, togliendo gli eroi di casa Maneskin e quel che restava dei Black Eyes Peas. Signore e signori, i Depeche Mode.
Chiara: Che fighi che sono sempre
Fabio: Classe infinita e compostezza per una band che ha scritto la storia del pop. Alla faccia di gente che starnazza da queste parti per molto meno. Reduci dalla scomparsa di Andy Fletcher, presentano il nuovo singolo, che parla di fantasmi, e poi una Personal Jesus che spacca come sempre. Il nuovo tastierista comunque è Emma Marrone. Certo Ama, due domande due puoi anche fargliele.
Chiara: Ma che domande vuoi che faccia.
Fabio: Da mezz’ora racconta che presentarli era il sogno della vita. C’è un disco nuovo, hanno perso un amico, non è che gli argomenti manchino.
Chiara: Tra l’altro gli arrangiamenti degli archi del nuovo disco un maestro italiano, Davide Rossi.
Fabio: Quindi anche lì una domanda ci stava. Comunque arriva Ultimo, stasera di bianco vestito. Vorrei che Ultimo dicesse una cosa chiara: tipo MUACHEGIUORNOUEEEEEE.
Chiara: Comunque non so se preferirei veder vincere lui per fare un ceffone alla presunzione di Mengoni o viceversa.
Fabio: Vince Tananai e andiamo tutti a ubriacarci insieme.
Chiara: Magari. Ma anche Lazza.
Fabio: Ma va benissimo Lazza. Il che certificherebbe anche il successo che ha nel mondo reale, tra l’altro.
Chiara: Da buon milanista si veste di rosso e nero.
Fabio: Ecco, allora non può vincere. Stasera canta inquadrato dal drone tipo. E fa ballare le prime file.
Chiara: Comunque sta canzone ha i requisiti giusti per.
Fabio: Sì, se non fosse che siamo nelle mani degli amanti del bel canto ottocentesco.
Umiltà Mengoni. Poi Rosa Chemical scatena il panico
Chiara: Eccolo il re matto Mengoni.
Fabio: Il re mah.
Chiara: Piacere piace. Ma manco posso dirti che non mi piace. È che è il Festival della canzone, non del cantante.
Fabio: Se ci fosse un briciolo di umiltà qui e là non guasterebbe diciamo. Poi per definizione faccio proprio fatica con le canzoni scritte apposta per vincere Sanremo.
Chiara: Ma vincerà. Più si sente e più vincerà.
Fabio: Il Festival della canzone e dell’autocompiacimento.
Chiara: Made in Italy.
Fabio: Poi io penso che lui è ColaDima facciano proprio mestieri diversi. Da una parte c’è il prodotto da vendere a chi ascolticchia e canta sotto la doccia. Dall’altra c’è chi scrive per condividere. Possibilmente con qualcuno che capisca.
Chiara: Lo vedo uno con una grande voce che fa di tutto per vendere bene un prodotto, se stesso, e una canzone. Ma sono circondata di persone che stanno entusiasmandosi e cantando come se fosse la cosa più bella del mondo. E mi sento sola.
Fabio: Ci sono qui io eh.
Chiara: Mengoni mi piace e ‘sta canzone manco la trovo brutta. È brutto il messaggio che manda.
Fabio: Non è brutta, e lui canta benissimo. Ma è proprio il concetto che è sbagliato. Comunque poi ci pensa la storia eh? Claudio Villa aveva una voce della madonna. De André meno. Chi ricordiamo di più oggi?
Chiara: Eh. Però intanto la vivo di merda.
Fabio: Eh ma perché tu sei Sanremologa e abbarbicata al tuo Festival. Ma a proposito di cantautori liguri, ecco Gino Paoli. Anche se poi lui e di Monfalcone, ma ok. Tripudio di luci da smartphone in platea per canzoni oggettivamente grandissime. Propone anche Sapore di sale e fa cantare tutti. Al pianoforte Danilo Rea, confesso che non l’avevo riconosciuto.
Chiara: Mi piace. Mi ricordano molto i miei anni da bimbetta.
Fabio: Lui barcolla un po’ ma non molla. Poi parte con aneddoti censurabili, come se fosse tra quattro amici al bar.
Chiara: 89 anni oh.
Fabio: No ma per carità, arrivarci. Ma sembra lo zio che racconta le barzellette sporche ai pranzi. Ah no quello è Silvio. E si riparte: da Gino a Rosa Chemical è un attimo.
Chiara: Con capezzolo esposto.
Fabio: Un sacco di capezzoli, disegnati e no, contando anche quelli della Ferragni. Comunque lui è il fratellino scanzonato di Achille, non ha quel tipo di pathos drammatico. E forse è meglio così.
Chiara: E’ un genio. Bellissimo peraltro.
Fabio: Niente ora twerka su Fedez e fa anche un po’ più che twerkare. E se lo porta sul palco. E se lo bacia con la lingua. E diventa l’immagine del Festival 2023 per sempre. Prima di ricevere i fiori dalla di lui moglie. Ferragni un filo scossa, finalmente.
Chiara: Be’ ci credo. Con la lingua sbanca il Fantasanremo.
Fabio: A prescindere ha vinto tutto. E da domani giù di interrogazioni parlamentari. Che tanto di polemiche che includono Fedez ce ne sono state pochissime in questi giorni
Chiara: Va be’ qui non ne poteva nulla.
Fabio: Ah quindi pensi che non ci sarà qualcuno che pensa che in realtà era tutta una macchinazione progettata a tavolino per propagandare la teoria gender o sa il cazzo cosa? Ma si parlava di Achille Lauro, eccolo che si materializza sul Suzuki stage.
Chiara: Amo anche Achille dio mio. Un porno con loro due no?
Fabio: Eh non ti posso seguire su questa china. Al limite mi fermo a Elodie. Fuego vero comunque, lui in rosso a esplorare le sue escursioni sanremesi. E presumibilmente a preparare le prossime. E niente, stasera i salti quantici sono all’ordine del giorno. Dopo Achille, i Cugini. Anche il senso di portarsi strumenti che palesemente non stanno suonando mi sfugge.
Chiara: Questa canzone piace moltissimo.
Fabio: Sì. Però.
Chiara: Ma dai ci sta. Fanno colore.
Fabio: “Ama hai questa ottima canzone della Rappre, puoi farla cantare a chi ti pare! Chi scegli? Taylor Swift? I Rolling Stones? I Flaming Lips? I Fontaines DC? Batman? Il Brasile di Pelé?” “I Cugini di Campagna!”
Chiara: Eh. Invece Madame per me potrebbe vincere comunque. Nonostante tutto.
Fabio: Disinvoltissima peraltro. E stasera nuda, tra l’altro.
Chiara: Sta bene comunque.
Fabio: È diventata anche oggettivamente più bella. E credo abbia studiato pure lei. L’anno scorso era decisamente più impacciata. E non avrei mai scommesso su questo tripudio di applausi dell’Ariston. Molto bella la gratitudine sincera per Amadeus e la commozione.
Chiara: Invece Ariete di nuovo si è vestita di merda. Sembra Scaramacai.
Fabio: Che lei non potrebbe sapere chi sia. Ma anche lei l’anno prossimo tornerà, sarà più centrata e si vestirà meglio, come Madame. Pezzo cantabilissimo comunque. La vedo che ci chiude i concerti mentre piovono reggiseni da ovunque.
Chiara: Ma sì molto Ariete. Non so se è casa sua comunque.
Fabio: Mah sai ormai è diventata la casa di quasi tutti quelli che fanno pop di qualunque genere. Spiega che l’abito aveva alcuni perché. Pur rimanendo brutto. A proposito di dettagli da indossare, collanina quasi invisibile per la Ferragni.
Chiara: Sono ovaie tipo.
Fabio: Seria? Ma no sembra un crocifisso con le tette.
Chiara: Ha ragione Fiorello comunque, rispetto a quello che è successo stasera, Achille Lauro sembrava Cristina D’Avena.
Fabio: A sto giro mi ha fatto ridere molto.
Chiara: Coletta oggi era nero.
Fabio: Eh volevano farlo saltare per la roba di Fedez. Figurati ora.
Chiara: Eh ho capito, ma come fai a saperlo.
Fabio: Ma non c’è verso. Ma niente ha senso nel rapporto tra politica e Sanremo. Va be’ tra Fiorello e la Ferragni che spiega cos’è un meme ci eravamo divertiti troppo. Ora spegniamo tutto con la canzone dello Zecchino d’oro di Mr. Rain.
Chiara: Questo continua a cantare prima di mezzanotte e ci porta a catechismo dritti.
Fabio: Ma quindi se mi fingo minorenne posso andare a dormire a mezzanotte? Comunque: ora su Mengoni e Ultimo io ho i miei pregiudizi, ma posso capire che piacciano e che vadano sul podio. Ma questo come me lo spieghi? A parte la dose insopportabile di retorica melensa?
Chiara: Non lo so davvero. E’ anche un caro ragazzo.
Fabio: Ma si aprisse una parrocchia sua. Che fai la crana. Nel mentre J Ax si lamenta su Instagram, dice che Sanremo è la wrestlingmania della musica italiana e dice che loro cantano all’ora del porno. Dimostrando che ha tutti riferimenti culturali anni 80, tipo Hulk Hogan e i filmetti a ora tarda sulle tv locali. Ma Salmo perché ora canta solo roba di Zucchero? Forse c’è un Adelmo in me.
Chiara: Però se ti metti uno smanicato di pelle secondo me devi cantare così.
Fabio: A me lo smanicato fa molto più Liga in realtà. Ora attacca: “Urlando contro il cieloooo”. E invece no. Un po’ normalizzato Salmo in questo festival oggettivamente. Non si riescono a normalizzare gli stilisti di Paola e Chiara invece.
Chiara: Centomila autori per una canzone che sembra una suoneria del ‘99.
Fabio: Perché insieme alla suoneria puoi scaricare anche sette videogiochi diversi tra cui campo minato. Levante intanto fa registrare un record: credo che quattro sere su quattro a coscia libera mai nessuna prima.
Chiara: Pesa anche 39 kg.
Fabio: E 9 sono i capelli. Comunque che stia al 23esimo o giù di lì è un altro degli scandali di questo festival. Sarà meglio dei Modà e di Lda, sì?
Chiara: Eh tipo
Fabio: Eppure sulla serata di ieri ho letto critiche nei suoi confronti perché eccede nell’interpretazione. E tenetevi Mr. Rain allora, che vi posso dire. Ma in che senso siamo alla 17 oh. Ancora 11? Serio?
Chiara: Serio. Mancano 3 ore.
Fabio: Alla mia morte
Chiara: Fine prevista 2.52.
Fabio: Ho visto. E ho aperto il gas. Spiace per il gatto.
Chiara: Ma anche lui penso voglia farla finita
Fabio: Sì è qui accanto e su Mr Rain ha pianto forte. Non riesco a commentare la Vanoni. Canzoni bellissime eh? Immortali. Però non ce la faccio.
Chiara: Eppure anche lei ha il suo pubblico.
Fabio: Non riesco neanche a commentare Lda.
Chiara: Quantomeno ha una bella giacca.
Fabio: Poteva fare il manichino, nella vita. E invece. Largamente il peggiore del Festival. A questo punto i Jalisse potevano farsi adottare da Giggi. L’orchestra l’ha trattato come un figlio. Di chi?
Lupo Lucio e altri personaggi di fantasia, tipo Grignani
Dopo la bella ma non esageratamente utile in questo contesto Luisa Ranieri, ecco i Coma Cose. E California sorprende un filo con la nuova pettinatura.
Chiara: Signore ma come mai questa svolta.
Fabio: Donna lupo.
Chiara: Però c’è amore già dall’intro “sei bellissima” “anche tu”.
Fabio: E con te vincono a prescindere. E anche con me, mi sa.
Chiara: Io piango. Fortissimo. Anche se Isabella mi ha appena fatto vedere lupo Lucio che effettivamente è uguale a California con i capelli così.
Fabio: Ma anche lupo Lucio ha un grande cuore.
Chiara: E le tette piccole. Ah no quello era un altro.
Fabio: Eh. Ma dai, facciamo un siparietto sulla moglie di Morandi di un quarto d’ora quando mancano solo due ore e mezza. Arriva Olly ora, che veste Scarface. È più in stile Gigi Dag lui che Mara Sattei facendo Gigi Dag.
Chiara: Lo adoro. Fortissimo.
Fabio: Padrone del palco. Che cede agli Articolo in comodato d’uso. Anche J Ax è uscito da un film di gangster. Non sono mai stato un fan, ma a prescindere dalla bontà dell’operazione è oggettivamente una bella storia la loro.
Poi canta un Will sempre piuttosto dimenticabile, Così come difficilmente rimarrà nella memoria la performance di Leo Gassman, a parte che si è dimenticato il retro della giacca. La canzone di gIANMARIA continua a funzionare anche dopo ascolti ripetuti. Attraversa la platea, stringe mani, sembra a casa sua. Anna Oxa sembra fare apposta a presentarsi sempre più pettinata da pazza. Sarà peffomance. Tutto sempre abbastanza inquietante. La birra che sa di te di Shari continua a essere poco saporita.
Chiara: Niente, mi era morto il Wi-Fi.
Fabio: Sarà l’ora.
Chiara: Si ribella tutto. Ma stasera Grignani è in gran forma.
Fabio: Sì lo vedo bene nella parte. Anche se sono curioso di vedere se ne combina una anche per la finale.
Chiara: Si toglie gli occhiali e si mostra al pubblico ludibrio.
Fabio: Non li toglieva dal 2003.
Chiara: Si meritava un’esibizione così.
Fabio: Scalda il cuore, in effetti.
Chiara: Ecco Sethu con il c’ero votivo per l’esibizione ????
Fabio: Va be’ esibirsi all’una e mezza richiede aiuti divini.
Chiara: Lui comunque l’artista più sottovalutato del Festival.
Fabio: Infatti l’abbiamo adottato noi, non a caso.
Chiara: Ci piace assai.
Fabio: Prende per il collo il chitarrista, momenti rock seri.
Chiara: Suo fratello gemello.
Fabio: Ma biondo.
Chiara: I parrucchieri a Savona sono strani.
Fabio: Eh qualcuno anche a Genova. Sempre un bel po’ di chincaglieria addosso la Ferragni. Tra l’altro pare che si sia incazzata a bestia per la scena Fedez-Rosa.
Ferite che non si rimarginano: ecco la classifica
E poi ecco la prima classifica, quella che taglia fuori i ventitré non vincitori dalla finalina
Fabio: Sethu ultimo is the new Tananai.
Chiara: Spero spacchi i culi.
Fabio: Ma lo farà. Ora mi spiace per Olly, ma al 23 Levante è una cosa senza rispetto.
Chiara: Facciamo una riga di teschi per evitare le bestemmie.
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Le posizioni snocciolate da AmaFerraMora continuano a far montare l’incazzatura
Fabio: Ma una domanda: se Madame e Ariete non prendono abbastanza voti per stare nei primi cinque, chi cazzo è che vota?
Chiara: Che imbarazzo. Mi vergogno.
Fabio: La classifica peggiore dai tempi di Scanu e di Marco Carta.
Chiara: Spero in Lazza e Tananai, a ‘sto punto.
Fabio: Pagherei dei soldi per vedere Tananai che batte Mengoni
Parte la finalina
Chiara: In vista Eurovision siamo nella merda.
Fabio: Andrà Mengoni nudo. Be’ avessero vinto ColaDima non sarebbero neanche andati. Vagli spiegare agli irlandesi o ai polacchi l’ironia sicula. Comunque continuo a chiedermi chi vota: in finale tre bellocci, Lazza e Lurch, pardon Mr. Rain. Facciamoci delle domande.
Chiara: Quello il più inspiegabile.
Fabio: Quota rosa evaporata. Votano solo le bimbe, ma non quelle di Ariete. Lazza canta comunque eh.
Chiara: Ma infatti io ora realisticamente spero in lui. Tananai non può essere.
Fabio: Non sottovalutare il cuore di Tana.
Chiara: Cioè vorrei ma non so. Se sottovaluto sopravvivo.
Fabio: Ma no ha già vinto Mengoni eh.
Chiara: No. Non lo accetto.
Fabio: Lazza nei tre fisso comunque. Si scusa perché gli è partita la brocca ed è andato nel pubblico. Arriva Mengoni e guarda che faccia. È sicuro di aver già vinto.
Chiara: Per quello godrei.
Fabio: Quasi spero in Ultimo veramente. Lo detesto ma questo è peggio.
Chiara: Per togliergli il sorrisino.
Fabio: Esattamente. Comunque lunedì mattina querelo la De Filippi per assassinio della musica italiana. Qui non arriva la musica, lo dice pure lui. Mica è musica questa. È marketing. Mr. Rain senza bambini finalmente. Ma Melozzi cos’hai ancora da gesticolare cosaaaaaaa.
Chiara: Che peraltro Melozzi dirige bene solitamente.
Fabio: No ho capito ma è lì che fa gesti in camera come se stesse comunicando con il suo bookmaker. Ecco, finita la finalina, credo non ci fosse momento peggiore per l’intervento di Zelenski, peraltro tradotto da Google translate.
Chiara: Ha invitato i vincitori a Kiev. Spetta che ora rivaluto il mio vincitore.
Fabio: Eh mi sa che si rivaluta anche da solo. Dopo l’esibizione un filino militarista della band ucraina (mi si perdonerà ma sono sempre figlio di Give peace a chance, pronipote di Sua Maestà Bob Dylan) ecco i premi. Va be’ almeno questa volta il premio della critica con ColaDima ce lo siamo meritato. E anche quello della sala stampa.
Chiara: Va già bene. Vista la fauna presente qui temevo peggio.
Fabio: Va be’ anche il Bardotti ai Coma Cose, bene dai.
Chiara: Anche se forse non lo meritavano perché lo meritava Tananai.
Fabio: L’orchestra che vota Mengoni per la musica si è bevuta il cervello. Troppe ore di prova, troppa fatica. Era decisamente più convincente Lazza, a questo punto.
Chiara: L’orchestra evidentemente non ha capito un cazzo.
Fabio: Temo anch’io.
E poi via verso l’oblio: Tananai quinto, Ultimo quarto (che è secondo x2), Mr. Rain terzo, Lazza secondo e l’inevitabile Mengoni primo. Ci scambiamo le ultime contumelie e condividiamo la frustrazione, mentre Chiara appare sui social altrui con facce da funerale.
Nessuno può contestare gli ascolti televisivi di Amadeus, che peraltro ha anche messo buona volontà nell’includere una buona pattuglia di giovani all’Ariston, peccando però nella scelta di alcuni di loro, oggettivamente troppo debolucci per quel palcoscenico.
Però è la direzione complessiva che stanno prendendo gli ultimi anni di direzione artistica a lasciare perplessi: va bene che l’indie è morto, ma la quota di canzoni troppo poco coraggiose è stata molto rilevante quest’anno. Belle le reunion, ma ne bastava una sola. Al netto di un cast che alla prova dei fatti tutto sommato è stato migliore delle previsioni. Anche la nostalgia portata in scena da un numero eccessivo di over 70 è risultata ridondante.
E poi la gara: possiamo far finta che non ci interessi, ma è il motivo fondamentale per cui uno accende la televisione e guarda per ore uno spettacolo con siparietti imbarazzanti ogni cinque minuti. E l’idea di far decidere tutto agli smartphone delle ragazzine non sembra esattamente voler premiare l’originalità della proposta e la qualità della canzone. Se Mengoni, Ultimo e Mr. Rain si fossero scambiati le canzoni nella finalina siamo sicuri che qualcuno se ne sarebbe veramente accorto?
Comunque, è andata anche quest’anno e siamo sopravvissuti. In giro ci sono problemi infinitamente peggiori, che strillano molto più forte di Mengoni. Ci si sente l’anno prossimo in Riviera, con altre aspettative e altre delusioni. MUACHEGIUORNOUEEEEEE a tutti.