Due dischi alle spalle e una carriera da cantautore avviata prima nella nativa Sicilia e poi al centronord, alla ricerca di ispirazione e di occasioni: Walter Piva promuove il suo ultimo disco Due anche con l’uscita di singoli come Gira, vota e furrìa. E anche con un’intervista a TraKs.
Puoi raccontarmi la tua storia?
Nato e cresciuto in Sicilia a un certo punto della mia vita ho deciso di stravolgere tutto. Ho conseguito una laurea in discipline artistiche a Bologna studiando repertori classici e parallelamente mi sono buttato nell’autoproduzione di un album pop cantautorale.
Parliamo del 2007, Facebook in Italia non era ancora in uso, Youtube cominciava a fare i primi grandi numeri, Myspace era la piattaforma di riferimento per i musicisti emergenti.
Lanciai il primo singolo in forma quasi anonima su Myspace ottenendo inaspettatamente migliaia di ascolti. Da lì un videoclip su Youtube che realizzò visualizzazioni a 4 zeri, le prime recensioni positive sul web. All’apparenza un crescendo senza sosta.
Sono trascorsi oltre 4 anni tra i primi due tuoi lp: che cosa è successo tra uno e l’altro? Qual è stato l’approccio a “Due”?
Mi sono scontrato con un sistema dove o scendi a compromessi o non vai da nessuna parte, restando a fare l’ermegente a vita. Della cosa ho sofferto molto e mi sono fermato un po per capire come e dove volevo andare.
“Due” è stata la mia scelta di proseguire a fare la musica che senti senza dover rispondere a nessuno. Solo perchè ti piace farlo. Che tanto il successo, come scrive Niccolò Fabi, è solo accaduto… un participio passato.
Perché un disco sulla tematica del “doppio”?
In “Due” ho raccontato in maniera estramemente autobiografica lo scontro interiore, saccheggiando probabilmente molta letteratura da Pirandello a Calvino, ma senza prendersi troppo sul serio.
L’idea di base è quella del viaggio alla ricerca di una pace interiore. Quella pace che può farti stare bene ovunque, con chiunque, facendo quello ami senza diventarne schiavo. Un’utopia vista così. Ma l’unico modo per avvicinarsi un po al concetto di felicità.
Il tuo disco sta avendo una “vita lunga”, visto che continui a estrarne singoli. Puoi parlarmi dell’accoglienza che hanno avuto e stanno avendo le canzoni di “Due”?
In tempi dove il formato “disco” non interessa più a nessuno, non potendo contare su promozione televisiva e radiofonica nazionale, ho capito che l’unico modo per far parlare del disco, e non decretarne la morte il giorno della stessa uscita, era farne un albero con diversi rami in crescita.
Ho estratto tre singoli con cadenza semestrale e per ognuno di questi c’è stato un progetto, un idea, un videoclip. Come avessero una storia a sé anche se tutti rami dello stesso albero.
La cosa mi ha permesso di ritrovarmi quest’estate in classifica su GooglePlay con un album uscito da un anno e mezzo. E’ raro per un indipendente, mi dicono. Merito del brano “Gira, vota e furrìa” probabilmente quello con un riscontro maggiore di pubblico. Alcuni riconoscimenti della critica hanno fatto il resto.
Hai già pronto del materiale o comunque qualche idea per un disco nuovo?
Probabilmente c’era ancora qualcosa da valorizzare ed estrarre da Due ma ho sentito la necessità di un progetto nuovo, di circondarmi di arrangiamenti nuovi, di testi nuovi, collaboratori (vecchi e) nuovi.
Insomma sì… siamo già partiti con la produzione del terzo album. Ci vorrà molto prima di vederne il completamento ma stavolta, a differenza di Due, qualcosa verrà rilasciato prima dell’uscita dell’album intero.
Questo nuovo lavoro, inoltre, chiuderà un ideale trilogia cominciata con il primo disco. Se l’argomento di Due era appunto lo scontro degli “io” alla ricerca di una pace interiore, l’argomento del nuovo album sarà la pace interiore stessa.
Saranno molti gli artisti e i musicisti coinvolti, molti di questi conosciuti in questi anni di musica per tutto il centro-nord Italia. Dal cantautorato al pop, dal jazz al rock. Senza schemi. Perché, ancora una volta, non c’è nessuna direzione obbligata, programmata. Solo il gusto di fare musica.