Sheik, rapper originario della Sardegna, ha pubblicato In se ipso, il proprio nuovo album. Daniele Milani, nato a Iglesias (SU) e attualmente residente tra Milano e Bologna, mette in pista il proprio stile, contemporaneo e piuttosto aggressivo. Il disco è stato prodotto da Zizzed, Chryverde e Jamie Fields con le collaborazioni di Jangy Leeon e Julia Lenti.
Sheik traccia per traccia
Un po’ di old style si mescola con scelte elettroniche piuttosto creative in Nuova Eminenza, il primo brano dell’album.
In duetto con Jangy Leeon, ecco poi Silent Hill, che critica l’atteggiamento di altri rapper ma senza cercare il dissing a tutti i costi. Il pezzo è tirato e molto scuro nei colori e nei modi.
Con grande enfasi sui bassi, ecco Meglio prima, molto autobiografica e impegnata a confrontarsi con le nostalgie proprie e altrui, nonché con l’attualità, soprattutto politica.
Fittissima e ancora piuttosto arrabbiata, ecco Chemistry, che si fa insistente e intensa. Sonorità insolitamente morbide quelle di Dio denaro, che mescola speranza e ottimismo, per poi prospettare realtà molto meno gentili.
Si parla di guerra con Soldati, anche se non necessariamente è la guerra che si vede in televisione. La narrazione del testo è dettagliata e densissima, in quella che si trasforma in un’invocazione verso l’alto.
Una fuga da fuorilegge ispira il testo di Istinto, fitta di citazioni cinematografiche e televisive. Due moderni Bonnie & Clyde cercano la propria salvezza, consapevoli di una fine inevitabile.
Ancora ricca di rabbia e oscurità, ecco Mai, con un sax che erutta all’improvviso, a sottolineare una presa di coscienza che corrisponde ai primi indizi di maturità.
Sempre più rapida e fitta di barre, ecco Non Ho l’Età: non è la Cinquetti (chissà se Sheik sa chi sia la Cinquetti, ok). E’ invece la cronaca di una corsa rapida, con sirene che suonano e un basso molto funk. A chiudere si parla di apparenze con Felpe e Cappucci, tra consigli buoni e cattivi e ulteriori rimpianti.
Influenzato (quasi inevitabilmente) dalle lezioni di Salmo, Sheik riesce però a trovare la propria strada, raccontando di sé e della propria visione, con una buona produzione e con pezzi credibili e ricchi di sostanza.