Con un disco alle spalle (Ol Gost, di febbraio 2017), con forti radici folk e cantautorali, i Tassan G. pubblicano L’ignoranza è Maleducazione. Il duo di Bergamo composto da Stefano Monzio Compagnoni e Michele Cugini mette in fila tredici canzoni e una bonus track spesso molto ironiche e spesso molto dirette, con qualche sorpresa disseminata qui e là. Li abbiamo intervistati.

Come nasce il vostro duo?

i Tassan G. si formano a inizio 2014 dopo una precedente esperienza in un gruppo più numeroso, parallelamente ai percorsi solisti di entrambi (Michele come “Al Mitch” e Stefano come “Bell’Ufficiale”), si decise di proseguire con una formazione più scarna per valorizzare i testi piuttosto che gli arrangiamenti.

Il vostro disco precedente, “Ol Gost”, è piuttosto recente. Che differenze ci sono state nella lavorazione dei due dischi?

Con il primo disco ci siamo messi in gioco al 100% registrando il disco interamente a casa di Michele con della strumentazione non professionale; inoltre le tracce non sono collegate tra loro, semplicemente abbiamo registrato le prime canzoni scritte. In “L’Ignoranza è Maleducazione” invece abbiamo fatto una selezione dei brani registrati in studio e mixati da un freelance che tra l’altro proprio nel periodo del mixaggio si trovava a Tokyo, perciò il disco ha assunto delle influenze nipponiche (o forse no).

Tra le varie citazioni contenute nel disco si riconoscono, fra gli altri, Celentano, De André, Carducci, Mike Bongiorno, il Grande Lebowski, Aldo Giovanni e Giacomo, Capossela… Vi è piaciuto sottolineare le vostre “radici”?

Sì be’ in parte, volevamo raccontare delle storie prendendo spunto un po’ dal passato e intrecciando il tutto con i temi attuali della nostra vita. Nel disco abbiamo cercato di dare degli input inserendo qua e là degli sketch tratti da film o interviste per aiutare l’ascoltatore a carpire il senso reale dei pezzi.

Come nasce “La favola del bufalo e la iena”?

Questo pezzo l’ha scritto Stefano poco dopo l’uscita del libro di Dente “Favole per bambini molto stanchi”, probabilmente incentivato dal titolo della raccolta, decise di provare a fare qualcosa di nuovo… il risultato è una favola che descrive un tema di coppia la quale parte con i migliori presupposti e finisce malissimo. un finale recitato riassume e chiarisce il senso della favola.

Che cosa si deve aspettare chi viene a vedervi dal vivo?

In estate i Tassan G. vanno in vacanza, ma torneremo più forti che mai in inverno. Dal vivo proponiamo un viaggio ultrasensoriale, giocando col pubblico e cercando ogni volta di trasmettere più ignoranza possibile, perché se ci si prende troppo sul serio è la fine.

Tassan G. traccia per traccia

tassan gAcustica, ma con qualche chiara propensione psichedelica, la canzone di partenza è Husky è Wiskey, fantasiosa e propensa agli svolazzi.

Non è un caso isolato: Che il Drugo ti Assista conferma impressioni simili, pur con un tessuto molto più scarno, fra i riferimenti BigLebowskiani e i riverberi.

Luce ai mietitrebbia si traveste da ballad agricola, citando indirettamente Carducci, De André e mettendo Mike Bongiorno che sacramenta in mezzo al brano.

Si rimane sul semplice e scarno anche con Estate così. In S. Peter Bridge c’è Celentano, prima dell’ingresso effettivo nella canzone, che è a due voci e piuttosto giocosa.

Fantasia portami via è il primo brano a sembrare malinconico, con l’armonica a bocca a sottolineare i passaggi più tristi. Il Re della Cantina (introdotta stavolta da Aldo, Giovanni e Giacomo) indugia su temi alcolici.

Contenuti in bicchiere anche quelli espressi in Bugiardo, che disegna loop ipnotici sempre più approfonditi. L’uomo che faceva Burp, onomatopeica il suo, è un ritratto molto rustico.

La Favola del Bufalo e La Iena rimane sul narrativo, virando però sul favolistico, con chiare radici cantautorali. Anche Mario S racconta e ritrae, questa volta a due voci, illustrando una storia di carcere.

Wilson (featuring Tom Hanks in Cast Away) è un brano country-rock con una certa elettricità montante. Si chiude in semplicità con L’uomo dai sandali rotti, di nuovo a illustrare la voglia di raccontare del duo. Bonus track la goliardica Quella cosa che.

I Tassan G. non nascondono le proprie ruvidità, ma amano mettere in evidenza anche le ascendenze cantautorali di ciò che scrivono e cantano. Ne esce un disco che, nei momenti migliori, è originale e anche sorprendente.

Genere: folk

Se ti piacciono i Tassan G. assaggia anche: Peregrines

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