Tra gli Altri è l’emiliano Marco Mattioli, già chitarrista di band come Diluvio, Sex Offenders Seek Salvation e Maybe Happy. In uscita oggi 6 luglio 2022 per We Work Records, Vorrei tanto non dover guardare è il suo primo lp di canzoni inedite, otto in totale, registrato, mixato e prodotto da Tra Gli Altri assieme a Marco Degli Esposti presso Happenstance Recording Studio con l’aiuto di Mirco Chiavelli (chitarra/basso) e Diego Mantovani (batteria).
I testi e le canzoni di questo progetto vengono a galla durante gli alti e bassi della pandemia che diventa un motivo per rallentare e tirare le somme su alcuni aspetti difficilmente analizzabili in condizioni di “normalità”. La formula del cantautorato come strumento per l’elaborazione di questi pensieri, una chitarra volutamente classica e l’apprendimento di un nuovo modo di comporre, cantare e rapportarsi con le persone che ascoltano.
Un disco molto intimo, introspettivo e sincero, in cui ho messo molto di me me stesso, dei miei affetti più cari, delle mie certezze e delle mie insicurezze. É un po’ l’analisi di una vita dedicata alla musica, un diario, una storia che racconta di me, delle mie scelte e delle persone che con me le hanno condivise e supportate
Tra gli Altri traccia per traccia
Chitarra acustica in apertura di Enrosadira, titolo curioso (è il fenomeno, racconta Wikipedia, che colora di rosa le vette delle Dolomiti; almeno quelle rimaste in piedi, diciamo) per una canzone molto intima, scelta anche per il primo video. Il desiderio di fermarsi è espresso con delicatezza, ma le sensazioni all’orizzonte non sembrano favorire l’ottimismo.
Anche più sommessa e piuttosto notturna, ecco Un giorno dopo l’altro, in cui la malinconia si arrampica piano su sonorità che crescono un po’ per volta.
Di crampi improvvisi e di cose dimenticate: anche L’ultima volta sparge malinconia a piene mani e fa salire un po’ per volta le sensazioni insieme ai suoni.
Si parla di libri stanchi e di prime cose a cui pensare, prima di Tornare a casa, ancora sulla scorta di un fitto lavoro di chitarra, che ancora una volta a un certo punto si allarga a ventaglio ad altri strumenti.
Questioni di immaginazione quelle che si affrontano in Immaginiamo, che affolla una serie di fotografie piene di luce, anche se, per l’appunto, più immaginate che reali.
“Sono solo parole d’amore/sono solo parole non vere”: si viaggia sul riduttivo con Un pugno di parole, con il pianoforte che rafforza il lavoro della chitarra acustica.
Si osserva il cielo riflesso nelle finestre di Villanoia, che regala qualche sprazzo elettrico e anche un livello di tensione che nel resto del disco non si avverte.
E non c’è rilassamento, anzi prosegue la tensione, anche nell’ultimo brano dell’album, Casa dentro casa, che evoca immagini di contemplazione, ma che affronta anche i propri mostri con una certa veemenza.
Ci sono sicuramente influenze internazionali nel disco di Tra gli Altri, ma anche parecchio buon cantautorato italiano nei testi e nel modo di cantare. Da questo mix esce un disco molto personale e piuttosto chiuso su se stesso, ma c’è abbastanza spazio per entrare e avvertire ottime sensazioni.

