Di Chiara Orsetti
L’album Tradizione e Tradimento, ultima fatica di Niccolò Fabi, è un percorso intenso, e per nulla scontato, in cui il cantautore inizia piano a raccontare una storia, accompagnando per mano chi ha appena premuto play, magari solo per curiosità. Durante il tragitto ci si accorge che la sua è una presenza rassicurante e necessaria, vista la complessità degli stati d’animo che si avvicendano durante l’ascolto.
Niccolò Fabi traccia per traccia
La felicità è un momento di distrazione
È Scotta il primo brano dell’album, che introduce nel mondo interiore creato dall’artista. L’attenzione dedicata alla ricerca delle piccole cose, alla felicità che si può provare nonostante tutto, quando non si fa caso ai problemi ma ci si concentra sul piccolo dettaglio che ha cambiato l’intero colore della giornata. Emozione che come ha voluto essere trasmessa è stata in grado di arrivare, piena e confortante.
Chi tace non è vero che acconsente / solamente che il rifiuto non sempre trova le parole
Non è finita racconta di attimi di pace post orgasmo, di guizzi di vita che sanno prescindere dal tempo, da tutto e da te stesso. Lo fa con una serie di riflessioni semplici e spiazzanti, da ripetere a mo’ di preghiera a bassa voce quando sembra di aver perso il coraggio.Basta avere una memoria e una prospettiva.
Avvicinandomi a qualcuno / E allontanandomi da qualcun altro
Introdotta da sonorità sintetiche che strizzano l’occhio agli anni ‘80, Amori con le ali è la traccia successiva. Chiare le intenzioni, puliti gli argomenti: non scegliamo ciò che accade, ma possiamo decidere cosa farne. I movimenti che subiamo ci spostano da dove siamo, ci conducono altrove.
Puoi trovarmi nello specchio / la tua immagine riflessa, il contrario di te stesso
Io sono l’altro, singolo accolto con entusiasmo dal pubblico, arriva e prosegue a battere dove sa che fa male. Intelligenza emotiva, sentire quel che si prova a star dall’altra parte. Quante volte ne abbiamo sentito parlare, complice l’evidente mancanza? Qui Fabi non solo ti fa mettere nei panni dei più sfortunati, ma in quelli di tutti. Quelli che invidi e quelli che ti spaventano; quelli che biasimi e quelli a cui daresti di tutto per “fare a cambio”. Probabilmente invano. Intenti musicali sovrapposti, tra il pianoforte e i synth.
anche un orologio rotto ha ragione per due volte al giorno / e allora perché non posso sentirmi come mi sento
Arriva Pier Cortese ne I giorni dello smarrimento, che contribuisce a caricare emotivamente l’impatto di questo momento. Il tragitto sembrava definito, fino al bivio che sembra riproporsi ad ogni curva affrontata. Stranieri ovunque, confusione tra i riflessi delle parole non dette. Chitarre protagoniste, che riportano sulla strada per tornare.
un’assemblea di cocci a conversar di vasi
La prima vera canzone d’amore, dedicabilissima alla propria metà della mela, alla persona che fa sentire di essere pronti. Pronti a cambiare, a lasciarsi alle spalle il male che qualcuno ci ha fatto e non ricordiamo nemmeno perché. Nel blu sembra far fluttuare l’ascoltatore in una bolla quando arriva il finale, dove sono accarezzate le percussioni ed enfatizzati gli effetti.
Cominciamo ad insegnare la gentilezza nelle scuole / che non è dote da educando ma virtù da cavaliere
Prima della tempesta faperdere un po’ della morbidezza musicale a cui finora Niccolò Fabi ci ha abituato, e trova nuova carica. Quella che fa sempre tirar su la testa anche dopo le sconfitte più dure. Tutto si trasforma, le ricchezze possono diventare disgrazia senza lasciare il tempo di abituarsi al cambiamento. E così sia, verso un ritorno fondamentale e necessario alla gentilezza.
Per il cibo e per la pace / per i figli e per la specie
Migrazioni è il percorso nel percorso, la fuga verso qualcosa di meglio, verso speranze che sembrano reali solo dopo settimane, mesi di sofferenze autentiche. Le spiegazioni sono interne alla natura, non solo umana ma di ogni specie. Sopravvivere. È tutto qui.
Come un uomo che davanti ad un citofono / E non ricorda più il cognome
La canzone che dà il titolo all’album, Tradizione e tradimento, arriva sul finale e mette i puntini sulle i, chiude il cerchio, fischia tre volte e manda i pensieri negli spogliatoi. Quanto smarrimento può accompagnare un’anima? Quanti volti sa avere la confusione, sapendo che quanto arriverà da pagare non ne saprà tener conto?
In un susseguirsi di emozioni, Tradizione e tradimento ha saputo confermare l’incredibile capacità di Niccolò Fabi di comunicare sottovoce parole che sanno spettinare più di urla feroci. Musicalmente sempre più maturo, con sovrapposizioni e arrangiamenti studiati e confezionati alla perfezione, l’artista romano non ha proprio idea di cosa significhi far musica “di sottofondo”.