Galatea è il terzo album di Unalei, espressione musicale di Karim Federico Sanna, cantautore polistrumentista romano di origini tunisine, sarde e pugliesi.
Undici tracce con sonorità folkloristiche mediterranee, interessanti inflessioni doom metal, gothic e influenze provenzali. I testi sono in italiano, inglese, spagnolo e russo e, infatti, la ricerca letteraria è la scintilla che ha dato vita al progetto: Galatea è una delle ninfe del mare, ma è anche la creazione perfetta nel mito di Pigmalione. Il mare e l’acqua sono l’unico social network che da sempre collega e accomuna tutte le civiltà.
È stato registrato, mixato e masterizzato da Fabio Fraschini (Arctic Plateau, Novembre) al PlayRec di Roma e tra gli ospiti troviamo Dario Vero e Massimiliano Pagliuso (Novembre), più alcuni duetti.
Unalei traccia per traccia
La bussola è una ouverture che ci orienta nel mood dell’album. Una ripresa ambientale e un piano malinconico ci preparano a immergerci nelle nostre radici.
Anarada è un viaggio a ritroso tra le sponde delle terre d’origine per far riaffiorare le storie custodite e tramandate con l’orgoglio che contraddistingue ogni popolo. Una taranta, impreziosita da un organico trasversale nel tempo e nello spazio: dal tamburello della tradizione popolare ai velocissimi pattern di chitarra metal, dai cori perentori alla Carl Orff alle ammalianti Sirene omeriche. Canti e controcanti, un arrangiamento denso e sorprendentemente moderno, che ci catapulta nel pathos di una soundtrack cinematografica.
La città natale di Andersen e della sua piccola fiammiferaia Odense, 24th of December, 1848, dove rintocchi di campane, pioggia, tacchi, zoccoli, carrozze e lo strofinio di un fiammifero ci introducono The Little Matchgirl, il duetto con Federica Catalano (ex Lenore S. Fingers). Un ritmo lento, nostalgico, struggente assolo di chitarra e un intimo pianoforte. Forse con qualche piacevole riferimento alla canzone del film d’animazione Anastasia.
In Gloria il testo spagnolo evidenzia l’amore per l’Andalusia. Nella musicalità, invece, la tradizione sarda si mescola al flamenco e un’immancabile chitarra elettrica conferisce un’atmosfera dark rock molto suggestiva.
Azalea, una forma canzone provenzale, un tema flautato, bilanciato da una dolce chitarra stile Led Zeppelin e un vocoder ci portano in un altro mondo. Portagioie è un nuovo incantevole interludio con la magia del glockenspiel e dell’ocarina.
Tornano i richiami sardi in Livida, il duetto rock folk con Alessandro Sforza (Ars Onirica, Invernoir). Natalia Lapshina è la voce narrante di Aurea mediocritas, l’unico brano in lingua russa dal titolo oraziano e dalle sonorità sognanti tra il fiabesco e il debussiano.
Un amore incompatibile per Lola, nuovo duetto con Federica Catalano. Il folklore si fonde con cori gotici e nell’intermezzo un drumming hardcore, coronato da un growl. Il tutto si stempera poi in dolci melodie medievali quasi contrappuntistiche.
Si chiude con un ritorno alle acque di Anarada (Slow Version). Spogliata della sua parte metal, trionfa la dimensione orchestrale e acustica, dove predomina il piano. Il pathos è guidato da cambiamenti improvvisi nell’andamento e dinamici accelerandi.
Il cantautorato di Unalei è un mix multietnico ricercato, che soddisfa anche gli esigenti appassionati di musica colta, lasciandoci sospesi in una irresistibile dimensione mitica, fantasy e storica, così radicata nel passato che è paradossalmente futuristica.