Anticipato dal primo singolo Ho la febbre feat. Edda, Le radici sul soffitto è l’album d’esordio di Viadellironia, in uscita oggi per Hukapan. Dieci brani scritti e composti da Maria Mirani, Giada Lembo, Greta Frera e Marialaura Savoldi, prodotti da Cesareo (Elio e le Storie Tese).
Attraverso la loro musica e i testi le quattro ragazze cercano di riflettere il concetto del non trovarsi a proprio agio nel mondo, del non trovarvi una propria sistemazione, attraverso testi tendenzialmente cupi, malinconici e letterari, a cui fanno da contraltare atmosfere musicali graffianti e debitrici di certo rock d’autore anni ’90.
Viadellironia traccia per traccia
Si cammina piano, ma in modo abbastanza rumoroso, con Bernhardt, prima traccia dell’album. Un rock narrativo e dalle volute ampie, contrassegnato da un cantato elegante e un po’ barocco.
La title track Le radici sul soffitto arriccia un po’ i suoni e si fa anche più elettrica e punteggiata di drumming. Ecco poi il singolo, Ho la febbre, con la voce di Edda che arriva a scombinare le carte di un brano che sa di strano e irregolare.
La mia stanza ha movenze rock-pop, con un andamento disinvolto e piuttosto fresco. Rallentamenti di sapore blues quelli di Canzone introduttiva, sempre pervasa di riferimenti letterari.
Chitarra funky e un battito robusto guidano Come vene del marmo, mentre Stampe giapponesi si fa decisamente rock ed elettrica, con aspetti sfaccettati e sfumati.
Si picchia abbastanza duro in Architetto, che in qualche modo finisce quasi reggae, con Mangoni degli Elii che fa un cameo. Evoluzioni elettriche anche quelle conservate all’interno di Simile a un morente. La chiusura è affidata ai toni un po’ più languidi di Figli della storia.
E’ piuttosto straniante il contrasto tra la parte musicale, evidentemente piuttosto muscolare, dei Viadellironia, e dei testi e un cantato piuttosto articolati (qui e là anche un po’ artefatti). Il risultato porta con sé tratti di originalità.