Vinicio Capossela, “Bestiario d’amore”: la recensione

Parlare ancora di animali, per di più fantastici, attingendo da un libro del Duecento: all’apparenza si potrebbe dire che Vinicio Capossela stia seguendo una strada che lo porta sempre più lontano dalle attuali miserie umane.

E invece proprio no: è tutto estremamente umano nel Bestiario d’amore, vicenda cavalleresca intessuta di sentimenti vivi e attuali. Una piccola opera (non un’operetta) che a livello sonoro attinge da Medioevo, Rinascimento, Barocco ma anche da compositori russi (Tchaikovsky, Rimsky Korsakov) molto più recenti.

Tutto questo per un anniversaio: oggi, 14 febbraio, è San Valentino e quindi in un certo senso è un compleanno dell’amore. Da celebrare nell’anno del trentesimo anniversario della sua carriera. Il disco esce in cd ed ep 10” (La Cupa/Warner Music Italy).

E questa piccola opera (definirlo ep sarebbe riduttivo) composta di questi brani di ambientazione trobadorica vedrà il proprio battesimo dal vivo proprio questa sera sotto le volte gotiche e gli animali in pietra della Union Chapel di Londra.

Con Bestiario d’amore si compie il viaggio nel medioevo fantastico iniziato con Ballate per uomini e bestie, l’album uscito a maggio del 2019, accolto con successo dal pubblico e dalla critica e vincitore di numerosi riconoscimenti. 

Per scrivere Bestiario d’amore Capossela ha attinto questa volta dal componimento letterario di un erudito del milleduecento, Richart de Fornival, che combinando le favolose descrizioni naturalistiche dei Bestiari medievali e la fenomenologia dei comportamenti amorosi tenta l’impossibile: dare vita a un trattato scientifico che descriva e decifri il più misterioso dei sentimenti. L’amore. 

Capossela si è avvalso della collaborazione della Bulgarian National Radio Symphony Orchestra arrangiata e diretta dal Stefano Nanni. Dal 22 febbraio partirà il tour italiano del concerto costruito intorno a Bestiario d’amore che sarà presentato in due declinazioni che ben rispondono alle diverse manifestazioni del desiderio amoroso: una macroscopica e fragorosa grazie alla presenza del più grosso organismo vivente in musica, l’Orcaestra sinfonica diretta dal Stefano Nanni; una più intima ed evocativa che vedrà Capossela accompagnato in scena dal poliedrico musicista Vincenzo Vasi per dare vita insieme a un tessuto musicale che avvolgerà il pubblico in una vera e propria scenografia di suoni.

Il “Bestiario d’Amore” è una delle opere più straordinarie, più ironiche, più immaginifiche che si possano trovare su questa forza misteriosa che trasforma e imbestia le creature umane quando sono sotto l’effetto dell’amore. L’intero meccanismo amoroso è analizzato in maniera scientificamente impossibile. Come un indagatore del moto perpetuo, Fournival prova a codificare le incodificabili ed eppure certissime leggi che governano questa mascherata perenne che è la commedia amorosa.

Accanirsi nel musicare un’opera che comincia con una messa al bando del canto è stata un’impresa diversamente bizzarra e inutile, oltre che superstiziosamente pericolosa. Chi canta o ascolta non fa mai una buona fine nel bestiario: che sia il canto della sirena, o quello del cigno, o quello del grillo si finisce sempre per morirne. Forse per questo il poeta, una volta constatato che “il canto poetico conduce alla morte senza procurare alcun beneficio”, rinuncia e affida il suo estremo bando a parole e immagini, perché per mezzo di immagini e parole si possa giungere alla memoria che è “custodia dei tesori che lo spirito umano conquista con l’eccellenza del suo ingegno”.

Se cantare è rischioso, più che una canzone ho provato a mettere insieme una specie di racconto musicale in cui ogni creatura viene evocata con sigle melodiche o timbriche, grazie all’opera di Stefano Nanni che ci ha messo l’orchestra, che è pur sempre il più grosso organismo vivente in musica: l’Orcaestra sinfonica, l’essere smisurato in grado di inghiottire l’esperienza della vita e risputarla fuori in forma di emozione.

Nel suo emiciclo è finito questo testo prezioso, riassunto e rischiosamente cantato novecento anni dopo, solo per il rinnovato diletto del vedere, udire e ricordare parole che mettano in mostra il bestiario illustrato che siamo. Ora come allora non si è mai così soli e affollati di mostri, come da innamorati. Completano la compagnia di ventura una opertūra-copertina musicale e due canzoni ricavate da liriche trobadoriche, a conferma del fatto che l’unica cosa che conta sia l’essere trovati”. 

Vinicio Capossela traccia per traccia

L’apertura è favolistica, felliniana quasi: Bestiis opertura è un ouverture sinfonica strumentale di poco meno di due minuti, che serve a tastare le acque in cui i brani si immergeranno di lì a poco.

E le acque sono ora limpide ora torbide, a seconda del momento: Bestiario d’amore è il brano centrale dell’opera, un canto/suite che si dipana con intenti narrativi ma anche favolistici. Ci si incammina in boschi sinfonici con toni leggeri e a volte ironici, ma senza evitare le crudezze. A fare da guida il cantato di Vinicio, capace di sfumature che cambiano di continuo.

Stornelli e menestrelli risuonano come nelle sale del castello quando si leva La lodoletta, anche se la provenienza temporale dei suoni ha un’importanza relativa: è un canto d’amore e di dolore (e se si parla di amore, dolore e allodole, è difficile non pensare a Shakespeare) con gli strumenti a corda che prendono possesso della scena.

Si chiude con Canto all’alba, che più degli altri brani assomiglia a una “canzone”, d’amore ovviamente, con componenti astronomiche e il lento incedere degli archi a sottolineare la “sveglia” degli amanti, con un senso di imminente sciagura che accompagna tutto il brano.

Probabilmente perché distratti dalle vicende sanremesi, di recente ci si è quasi persi il fatto che Vinicio Capossela, quello stesso Artista capace di dialogare da pari a pari con uno scrittore del milleduecento, abbia duettato con Young Signorino, il villipeso e il paria della musica italiana, per il singolo +Peste.

Che c’entra? C’entra con il fatto che ormai Capossela non ha né si pone limiti. Trova qualcosa o qualcuno che lo interessa, lo studia, lo considera, lo osserva da ogni aspetto e poi lo eleva a oggetto d’arte. Facendosi beffe continue di generi, convenzioni, opinioni popolari, tendenze, idee circolanti sui social (che poi erano il tema di +Peste, fra l’altro).

In questo Bestiario d’amore si ritrova la sensibilità necessaria per immergersi in suoni e storie antiche con il preciso fine di renderli fruibili anche alla nostra breve e scarsa capacità di attenzione di oggi. Senza intenti filologici o scientifici, senza voler fare la lezioncina, ma assaggiando il sentimento e portandolo alle labbra di chi ascolta.

Genere: Vinicio Capossela

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