Vitantonio Mastrangelo, “Daily Life Soundtrack”: la recensione

VITANTONIO MASTRANGELO

VITANTONIO MASTRANGELOVitantonio Mastrangelo pubblica Daily Life Soundtrack, un album di genere musicale minimal, post-acoustic figlio di  una fusione tra il genere della chitarra fingerstyle e il post-rock. Tutto rigorosamente suonato con chitarra classica elettrificata, stomp-box e sonaglio da piede, in un set da one man band decisamente originale.

Mastrangelo ha suonato e composto brani con la band In Cold Blood per quasi dieci anni. Hanno inciso insieme tre album e girato l’Europa centrale e il Messico, da headliner e di supporto ad artisti nazionali e internazionali, quali Zu, Municipal Waste e All Shall Perish, per citarne alcuni. Tra le collaborazioni della band, quella con il guitar hero canadese Jeff Waters, leader degli Annihilator, sul brano “Kill To Get” dell’album “A Flawless Escape” del 2011. Dal 2013, alterna performance “in strada” in giro per l’Europa, spontaneee e all’interno di festival, a esibizioni pubbliche in vari locali italiani, proponendo in entrambi i casi un repertorio di composizioni originali, alcune delle quali possono essere ascoltate sul suo canale di YouTube.

Vitantonio Mastrangelo traccia per traccia

Fino a che punto sia “minimal” la musica di Mastrangelo è del tutto evidente fin dai primi giri di chitarra dell’album, quelli dai quali parte Twilight Zone, la prima traccia. E ci si mette perciò nella disposizione d’animo adatta a cogliere le sfumature, i passaggi più minuti, la delicatezza dell’insieme. Così come in Celestial, arpeggio morbido e molto continuo intervallato con leggerezza da un tamburello e da percussioni appena accennate.

Sentimenti più acuti e appuntiti contrassegnano Walk of Thoughts, pensieri in marcia in direzioni diverse e soggetti a lievi cambiamenti d’umore. Druma insegue mete dai colori un po’ più scuri, con qualche inciso di carattere quasi rumoristico. Latvian sunset ci accompagna verso i tramonti dell’Est con dolcezza e risonanze larghe.

Vortex accentua il discorso delle risonanze agendo a tambur battente sui ritmi e moltiplicando le sensazioni in un labirinto psichedelico. Si torna a modalità più rilassate con House of Field, e anche Drhopes si muove su linee molto soft. Anche Dancebath si avvia verso piani morbidi, ma con una certa insistenza di fondo.

In chiusura arrivano le note ravvicinate e piuttosto martellanti di Take a Ride, seguite da Circles, che ha un passo moderato ma modalità propense alle variazioni sul tema e agli schizzi fuori dal foglio (o dal pentagramma).

Il disco di Vitantonio Mastrangelo mette in evidenza non soltanto le indubbie capacità strumentali, ma anche una delicatezza e una cura dei particolari che rendono il lavoro particolarmente degno di menzione.

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