Si intitola Ctrl Alt Synth il primo album degli Wearesynthetic, trio evidentemente dedito a un synth pop di marca internazionale curato e intenso.
Il primo LP dei Wearesynthetic, “CTRL ALT SYNTH”, rappresenta una svolta significativa per la band, dopo la pubblicazione di due EP. L’album è una raccolta di 9 tracce che dipingono in maniera incisiva e profonda un ritratto della società contemporanea, esplorando tematiche profonde e spesso trascurate. Con ritmi accattivanti, melodie avvolgenti e testi pungenti, i Wearesynthetic ci guidano attraverso un viaggio musicale che invita a riflettere sulle contraddizioni e le complessità del mondo moderno, svelando le ombre dietro la facciata della normalità. Ogni brano è uno squarcio su un diverso aspetto della realtà, raccontato con l’autenticità e il cinismo tipici del sound della band, che mescola influenze indie-electro e synthpop, creando atmosfere sonore rievocative e originali. Un’opera che rappresenta un riavvio, una combinazione di tasti che ci spinge a riconsiderare ciò che spesso diamo per scontato, offrendo una prospettiva fresca e sincera sulla realtà che ci circonda. La musica dei Wearesynthetic, caratterizzata da ritmi pulsanti e sintetizzatori incisivi, è un’esplosione di energia che cattura l’ascoltatore fin dal primo beat
Wearesynthetic traccia per traccia
Si parte da M&M’s, forse dedicata agli omonimi cioccolatini ma più probabilmente no, comunque canzone dal passo rallentato ma dagli orizzonti vasti, che mette in primo piano alcune dettagliate intenzioni sonore della band.
Cadenzata, sgorga poi con un certo clamore The Yellow, sicuramente figlia degli anni ’90 e del dancefloor, ma con sentimenti musicali forse anche più antichi, risalenti alla prima new wave britannica.
Un po’ più ricca di contrasti e di oscurità ecco poi She has a Boyfriend, che si prende la scena con una certa irruenza. Molto più sommessi i toni che utilizza The Queen, che inserisce qualche scintillio in un percorso per lo più subacqueo, ricco di risonanze.
Tocca poi alla giocosa Bye Buy Bye, che include la chitarra elettrica in un percorso piuttosto senza pensieri. Il curioso titolo Urico fa da cappello a un brano dai ritmi sostenuti e dall’atmosfera ancora piuttosto leggera.
Si arriva poi a Pollock, che si costruisce da piccoli suoni guizzanti, per poi allargare lo sguardo e il respiro. Di marca nipponica l’introduzione di una molto serrata Dash Kappei (cioè Gigi la Trottola, nella traduzione italiana del manga).
A chiudere, ecco The Teacher, disinvolto e aggressivo brano di chiusura che non si tira indietro quando c’è da alzare il volume.
Non sono tutti imperdibili i brani di questo esordio dei Wearesynthetic, ma nel complesso il lavoro è molto ben fatto, attento ai dettagli, nostalgico ma senza esagerare.
Genere musicale: synth pop
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