Quattro anni dopo Multisala, Franco126 pubblica il proprio nuovo album, Futuri Possibili: tredici canzoni e un corposo numero di featuring per un disco che non stravolgerà la personalità artistica del cantautore romano. Anticipato da un promo con un’indovina meccanica che prevedeva l’uscita del disco, Futuri Possibili è il terzo album solista del cantautore e rapper romano.

Franco126 traccia per traccia

Le sensazioni assicurate dalle nostalgie sono già al centro della prima canzone del disco, Nottetempo, che propone un duetto con Giorgio Poi e una serie di immagini, abbastanza tristi e molto romane, anche se “sembra un’altra città“.

L’amore è un buco, io lo scemo che ci casca“: Ancora no si muove in solitaria, sempre di notte, in attesa di qualcosa e qualcuno che in realtà non tornerà. Ma non si riesce a fare a meno di quella lei che se n’è appena andata. Gli infiniti semafori rossi e rotti bloccano i sentimenti a soste che non sembrano avere orizzonti definiti.

Quattro accordi di chitarra per Bella Mossa, che comprende Coez e che si autoaccusa di aver deluso lei, mentre il ritmo è un po’ più movimentato e si inserisce qualche sensazione urban. Il mondo crolla, lei scappa, il panorama non è proprio confortante.

Discorsi geolocalizzati quelli di Quattro fermate: nonostante la distanza breve non ci si incrocia mai, forse non per caso. Malinconia, fumo e cenere sono gli argomenti che riempiono le nottate, mentre si aspettano chiamate impossibile e ridere diventa sempre più difficile.

Campi di grano e campi di mine aprono Scacciapensieri, che ha sonorità anni ’70 e immagini abbastanza apocalittiche. Si invecchia di un anno e non si riconosce più il tizio allo specchio. Ritorna a toni molto intimi con Prima dell’Alba, quasi tutta chitarra e voce, ma con la voce che sussurra e si avverte appena.

Si cambia passo con Due estranei, in cui appare Fulminacci: un “ciao” apre e un “ciao” chiude una storia, anche se le sensazioni trasmesse dal brano non sono particolarmente amare. Si torna tranquilli e si oscilla un po’ con Futuri possibili, title track che parla di spifferi che arrivano da finestre invisibili. I futuri sono possibili, ma forse non del tutto concreti.

Visioni dolci quelle che si dipingono in Angelo: “dicono che per scegliersi basta un attimo” e partono subito visioni di un futuro possibile, appunto, con sapori vagamente r&b.

La città prende velocità con Vampiro, che vede la collaborazione di un altro “126” come Ketama126, su un groove piuttosto mosso. Unico intervento femminile nell’album quello di Ele A, che offre colori diversi e anche un dialogo ben riuscito in Occhi Ingenui, che si struttura in modo più figlio dell’hip hop.

Battiti continui e fitti per Pausa, che distende le proprie arie malinconiche su un background ritmato e abbastanza fitto. A chiudere, ecco Frasi Fatte: si torna a un tentativo di ricominciare, ma la convinzione è pochissima e la depressione porta via più o meno tutto.

Esagera un po’, Franco126, quando nelle interviste dice che questo è un disco “sperimentale”: però è evidente che, se i temi delle canzoni sono per lo più tutti incentrati e sempre (e forse per sempre) sulle relazioni e soprattutto sulla loro fine, dal punto di vista musicale l’idea è quella di aprire un po’ le porte a qualche idea diversa.

Dico “un po’” perché non è che ci siano stravolgimenti tremendi nel disco, che rimane abbastanza coerente con quanto prodotto fin qui. Ma si percepisce la voglia di respirare anche arie differenti, di aprirsi ad altro tipo di sound. Sempre senza scontentare una fittissima fanbase di cuori eternamente spezzati.

Genere musicale: itpop, cantautore

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Pagina Instagram Franco126

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