
Candybag traccia per traccia
Introdotto da un’improbabile annuncio in inglese, il disco parte da Piccolo ingombrante, chitarre a palle nella partenza e poi qualche stop qui e là, alla ricerca di un’armonia che dia il giusto spazio a liriche originali, senza togliere forza al suono, visto e considerato anche il finale psichedelico di chitarra elettrica.
Dopo i rapidi arpeggi di Jerking off a new sensation arriva Tutti i lunedì, che si divide tra ritmi alti e atmosfere leggermente decadenti. Violini anche per me riempie le casse di suoni in una canzone autorale che segue percorsi non del tutto rettilinei, alzando il volume e utilizzando molta chitarra, ma anche cori femminili.
Primadipartire si incammina su ritmi da funerale, adatti a un testo che parla di morte, tra voce (spesso incline a toni interpretativi teatrali) e chitarra acustica. Curioso e breve episodio Nun s’ po fa sta vita con Donnie Vie e Baz Francis. Preservativo per il cuore si declina in termini molto dolci e soffici. Tutt’altra atmosfera quella dei quindici secondi di Ulnar Nerve, che chiude il disco.
Disco con spiccati tratti di originalità, quello dei Candybag, che percorre le vie della canzone d’autore arricchendole spesso con ambienti sonori robusti, senza per questo perdere in equilibrio o in sostanza.