Orlando Manfredi è ripartito: dopo quattro anni, con modalità diverse, il cantautore ha ricominciato a percorrere il Cammino di Santiago. Porterà in giro, con il couchsurfing è l’ausilio di Bla Bla Car, la propria musica e le esperienze maturate. Lo abbiamo intervistato.
Che cosa ti porta a ripetere l’esperienza del Cammino di Santiago?
Tre motivi-macigni, in ordine crescente, sul mio piccolo cammino di vita. Il primo è un conto in sospeso con il Cammino: l’ho percorso tutto (nel 2012) a piedi e per 40 giorni con una mini chitarra nello zaino per comporci un disco sopra o – meglio – per comporre un concept “attraverso il Cammino”, e ora che il disco ce l’ho non glielo rendo?
Dunque il motivo è sentimentale: il desiderio di riportare “a casa” quelle canzoni che un po’ sono figlie del Cammino. Ma preciso: questa volta non rifarò il pellegrinaggio, non farò il Cammino a piedi.
Il secondo macigno è il mio avvicinamento alla Sharing Economy, che non è solo una forma di redistribuzione delle risorse e dei consumi, non è solo innovazione tecnologica. E’ proprio una proposta complessiva di vita, in cui io vedo molti più elementi virtuosi che viziosi.
Una messa in discussione intelligente, gioiosa e responsabile dell’insostenibile pesantezza dei consumi, della qualità della vita, del lavoro, dell’accesso all’esperienza.
E il Cammino di Santiago, a suo modo, è un’esperienza continua di Sharing Economy . Anzi è consumo collaborativo ante-litteram.
Il terzo macigno è quella parola che diamo per scontata, sia nel bene sia nel male, e che invece non è affatto scontata, ed è “Europa”. In questa specie di Europa sotto shock, divisa e incattivita, io vorrei (nel mio piccolo) difendere o cercare di ” rinvenire” dal coma un’idea di Europa meno individualista e diffidente, attraverso il semplice incontro che può rappresentare un concerto in una casa.
Per questo una tournée di house-concerts. La soglia di casa è quella della distanza di sicurezza. E oltre quella soglia sarò un poco lo straniero, il viandante che si guarda con diffidenza e poi chissà…
Quali elementi di differenza ci saranno, rispetto a quattro anni fa?
Le differenze stanno nelle modalità. Quello del 2012 è stato un vero e proprio pellegrinaggio (a piedi, lento e lungo, sfiancante) e insieme un’indagine socio-spirituale, molto legata al polverone che si stava creando con lo spauracchio della Crisi Globale.
Non avevo niente da proporre, solo una domanda: esistono delle crisi personali in una Crisi Globale e se ci sono dove vanno a finire? Quella domanda ha scelto come campo d’indagine il Cammino di Santiago, vero e proprio “Spoon River dei viventi in movimento”.
Un campionario umano del cambiamento di questa nostra epoca. Invece, per questo nuovo viaggio, ho un disco da portare con me che ha trasformato quel Cammino in canzoni (oltre che in uno spettacolo teatrale), dunque ho una visione da proporre.
E poi dicevo le modalità: questo viaggio-tour promozionale sarà molto contratto (poco più di 15 gg.) e dunque lo farò in auto, ma tutto secondo modalità ispirate alla Sharing Economy.
Da quelle strettamente artistiche, per cui ogni concerto sarà un’esperienza estremamente partecipata e condivisa, a partire da alcune parole chiave del Cammino, rispetto alle quali l’identificazione è molto forte, a quelle logistiche: i palchi dei concerti saranno le case degli utenti di Couchsurfing o delle persone speciali che si sono fatte contagiare dal progetto, o delle associazioni culturali, delle onlus, dei circoli.
Gli spostamenti avverranno in modalità ride-sharing. La mia auto sarà una “BlaBlaCar mobile”. Tutto lo Sharing Tour si avvale della collaborazione di BlaBlaCar e sono felicissimo di questo.
Ci saranno tappe particolari lungo il percorso?
Be’ ogni casa farà storia a sé e questo già basterebbe a rendere tutte le tappe particolari. Oltretutto mi fermerò in cittàdine, grandi città e paesini.
Oltre che dalle abitazioni verrò ospitato a Madrid in un atelier, Logroño dall’Associazione Inter Europa che si occupa di scambi internazionali di Formazione professionale, a Cabezon de la Sal, Cantabria, da una onlus impegnata nella costruzione di un orfanotrofio in Nepal. Tanti incontri che non vedo l’ora di fare.
Che cosa hai in progetto per il “dopo”, quando lo Sharing Tour sarà terminato?
E’ iniziata ad arrivare qualche proposta editoriale per il mio libro, che è la terza parte del progetto From Orlando to Santiago. Tutta quella intensità non riusciva a stare in un disco e in uno spettacolo.
Mi ci è voluto anche un libro per esaurire quella botta. Dunque, incrociando le dita per la pubblicazione, seguirò la promozione del libro in prima persona e, tra un impegno e l’altro, scriverò il mio prossimo terzo disco.