Si chiama Tacet il nuovo disco di Leonardo Gallato, classe ’91, siciliano, cantautore con gusti che vanno spesso anche in direzione rock. Mixato e masterizzato presso il Beat Bazar Studio di Cremona da Nicola “Kruz” Carenzi, il disco di Leonardo Gallato (voce e chitarre acustiche/elettriche) vede la partecipazione di musicisti molto interessanti: Giulio Gianì (sassofoni), Claudio Covato (chitarre classiche/elettriche), Daniele Di Pentima (batteria) e Salvatore Innorcia (basso acustico).
Leonardo Gallato traccia per traccia
Si parte dalla breve, elettrica e acida Vientu, in cui la chitarra disegna percorsi arrabbiati. Comu Ciovi Fora è molto più tranquilla e costruita a partire da fondali tra blues e jazz.
Idee lente quelle di E la bedda, ballata calata in pozzi di profonda tristezza. Più nervosa Matinata, che conferma le scelte acustiche ma che raddoppia le voci e coltiva l’inquietudine con tecniche di iterazione.
Si sceglie l’italiano per la notturna Giuro tutto ma non di essere sincero, canzone “da cantautore” classica, che mescola morbidezze e qualche punta acuta.
E dopo i vocalizzi orientali di Moire, ecco la chitarra acustica di Canzuni pi Giuda ‘Scariota, che ha una partenza cauta ma che più avanti accoglie esplosioni di fiati e chitarre (un po’ alla Dave Matthews, giusto per fare un paragone).
Un assolo di batteria costituisce ‘Nto puzzu, prima che una molto morbida e blueseggiante Comu ‘ntauru a mattanza riprenda a intavolare conversazioni notturne.
E a questo proposito ecco Notturno, che parte intima e chiusa e poi si apre progressivamente e con sempre maggior forza e rumore. Si chiude con Saluti, escursione di chitarra elettrica cantata in italiano e con forti accenti funerei.
Disco vivo e molto interessante, quello di Leonardo Gallato,che fornisce prospettive diverse al cantautorato rock-blues, non soltanto grazie all’uso frequente del dialetto ma anche per merito di una personalità molto spiccata.