Esce per Costello’s Records, Acaro Vol.1, il disco di esordio di Acaro, accompagnato da una graphic novel esclusiva realizzata in collaborazione con il fumettista Margio.
La personalità straniante di Acaro – quello che in Baby Goodbye vuole tornare a star male perché non riesce a fare pace con una visione ordinaria della vita, che non vuole legami, e che sceglie la precarietà e il disagio – si poggia sulle produzioni di Giorgio Assi, capace non solo di leggere ogni piccola sfumatura dei pensieri dell’artista, ma abile a tradurle chirurgicamente, sfornando uno spaccato sonoro contemporaneo e mai banale.
Acaro traccia per traccia
Questioni di Katane e di samurai nell’apertura del disco, una canzone piuttosto notturna e piuttosto urban, con l’aggressività che si sfuma nei rituali del synth e del Giappone.
Più colorata l’aria che si respira in Hikikomori, che è più che altro una richiesta di essere lasciati in pace: “Devo solamente sopravvivere/fino a quando metteranno il mio cervello in internet”.
Si decolla su ritmi più fitti e su sonorità dark wave con I ghepardi, che se la corre parlando di fallimenti divertenti e di foto piuttosto intime condivise su Messenger.
Di ripostigli pieni di foto di seno e di altre modalità malinconiche di amare si parla in Mangio, che approfondisce i rapporti con la new wave. E il Nesquik ha più like di tutti, temo.
Non ballo si apre con piccoli sample vocali: “Mi commuovo quando guardo Forum” è un’ammissione importante, da cui discende un testo che parla di amici e di reggaeton.
Ecco poi Baby Goodbye, canzone manifesto del disagio, desiderato e vezzeggiato anche quando si sta bene. Un po’ di deboscio distribuito a piene mani, anche nei suoni.
Molto più cupe le idee che animano Condor, popolata anche di immagini piuttosto lisergiche. Si chiude con Sexting King, abilità che è sottolineata dall’invio di messaggetti all’inizio del brano e da un beat costante e piuttosto a martello. Poi scatta un tripudio elettronico movimentato e colorato. “Quanto cazzo sono profondo oh yeah”.
Una personalità piuttosto curiosa e interessante, quella di Acaro, dipanata su circa mezz’ora di musica che pesca da urban, hip hop, synth pop e altre wave varie. Il tutto condito da questa voce da uno che veramente non ha voglia, indubbio ingrediente del fascino e del divertimento associato al disco.
Genere musicale: new wave
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