Fare tardi è il debut album di Aftersalsa, in uscita oggi 30 marzo per FuturaDischi. Il disco segue i primi singoli del progetto, che lascia intravedere il suo mondo solo quando inizia la notte, in un romanticismo urbano unico e che vive in un mantra semplice ma definitivo: “non è mai troppo tardi per fare tardi“.
Le albe della stagione più fredda dell’anno e del cuore, uno spazio troppo carico di ricordi mentre fuori il mondo è immobile. L’aria stanca, le bustine del te e i piatti abbandonati da giorni nel lavandino emulano forse la presenza di qualcun altro in casa. Quel qualcuno che non c’è più, passa l’appetito, non riesco a dormire. Se un’alternativa non esiste la chiedo al cielo, le stoviglie diventano lampade magiche ma strofinarle non servirà, i miei orizzonti si restringono, obbligati dalla cornice di una finestra
Aftersalsa traccia per traccia
Tra un caffè e lampade di Aladino: Bustine di te apre il disco con una prima ondata di malinconia mescolata a nostalgia, con tratti di synth pop, in un flusso emotivo importante fin dall’inizio.
Atmosfere un po’ sospese anche quelle di Matteo davvero, che però poi scala di marcia e innesta un ritmo piuttosto martellato. Il contrasto è fra la muscolarità del sound e i sentimenti espressi dal cantato, ora sussurrando ora urlando, ma sempre con una certa dose di sofferenza.
Si rallenta un po’, lasciando spazio a una buona linea di basso, in Nessuno sveglio, che lascia emergere caratteristiche eteree ma anche tensioni della notte.
C’è anche Ibisco nella ritmata Persol, lenti scure su una realtà non particolarmente felice, con suoni molto new wave e un cantato fitto: “Sono il ricordo più bello che hai perso”.
Si parla di panini in Arabo, che accelera presto in modo bruciante, che parla di ballare la techno (fino all’aurora) e di sogni milanesi anni ’90, ma in realtà regala tappeti sonori molto 80s, tra Depeche e New Order.
ER658SR racconta problemi con i carabinieri, in un intermezzo fatto di vocali e synth svolazzanti. Si rimane in auto per correre su Patente, che torna a raccontare di discoteche e domeniche mattina perse per strada.
Escursioni sonore variegate quelle di Guardiania: “sono pieno di traumi” racconta il testo, mentre la musica balla e aggiunge intensità. Si chiude con un po’ di introspezione, quella di Non credermi, morbida ma inquieta.
Denso e vario, il disco d’esordio degli Aftersalsa porta con sé nostalgie sonore molto nutrite ma anche testi legati al contemporaneo e si fa apprezzare per compattezza.