Sale Rosa è il nuovo album psych-disco pop di dellacasa maldive, in uscita per l’etichetta discografica indipendente La Valigetta, anticipato dai singoli Domani, Voglio Solo Stare Fuori All’Aria Aperta, Pedalini e Sto Perdendo Me Stesso feat. Max Collini.
dellacasa maldive è il progetto di musica italiana di Riccardo Dellacasa, polistrumentista classe 1991 oggi di base a Venezia, ma nato e cresciuto nelle province di Varese e Milano. Dopo aver militato in diverse formazioni di base a Milano – Wemen, Emmanuelle e Verano – ha deciso che fosse il momento di dare alla propria storia un proprio suono. Con il suo progetto dellacasa maldive, nato nel 2016, ha pubblicato in precedenza il disco Amore Italiano mixato da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle (2019). Sale Rosa è il titolo del nuovo album di inediti. “Sale Rosa è un disco in cui mi metto in gioco in prima persona, parlando di storie che ho vissuto, e che ho realizzato del tutto per conto mio“.
dellacasa maldive traccia per traccia
Chitarre che armeggiano in modo minaccioso e trionfale nell’Intro, neanche fosse un album dei Funkadelic. E poi ecco che si parte, più in ambienti disco: voci sullo sfondo e poi un dialogo parlato tra plumbeo e grottesco in Sto perdendo me stesso, con Max Collini. Il brano diventa una sorta di esplorazione vintage e colorata nei modi in cui ci si può perdere.
Voglio solo stare fuori all’aria aperta arriva con atteggiamento sbarazzino e un ritmo cadenzato, prima che arrivi il ritornello e il giro funky della chitarra, che fanno esplodere l’anima giocosa del pezzo.
Tempo di rallentare un po’, raccontando di Nora, in una sorta di synth ballad che vuole convincere la suddetta Nora del fatto che all’io narrante del brano lei non piace più. C’è un po’ di tristezza ma anche un po’ di ironia nel cantato che può ricordare Alberto Camerini, qui e là.
Escursione psichedelico-spaziale quella di New Awakening New Begging, semi-strumentale che mette su un po’ di muscoli e di volume. Visioni molto più oscure quelle di Rio Moog, strumentale vero che sa di anni Settanta, Alan Parsons Project e nostalgie varie.
Si torna a cantare con Lune (che non è un plurale italiano ma un singolare francese), altro pezzo coloratissimo e quasi arlecchinesco, un po’ ballerino e dotato di molta leggerezza. I movimenti del funk occupano la scena con l’arrivo di Passages, brano mosso e molto ricco di contrasti, mentre il testo racconta di ulteriori visioni parigine.
Tempo di usare i Pedalini, poi, che racconta di fallite esperienze da dj, con la voglia di far ballare che è rimasta lì, accanto alle chitarre che dardeggiano felici. Si chiude guardando al Domani, ultima escursione non priva di tensioni e molto vivida, con bassi profondi e colori brillanti.
C’è molta libertà nel disco di dellacasa maldive, che mette insieme una visione d’insieme importante con le piacevolezze del pop. Magari i generi musicali non esistono più, o forse non sono mai esistiti e sono soltanto un’invenzione giornalistica. Tuttavia qui si attraversano giungle di synth pop, spianate di funk, montagne disco, panorami psych. Riuscendo a ricondurre però tutto sotto l’egida del pop e senza pretese esageratamente intellettuali. Non è facile come sembra essere interessanti e anche piacevoli.
Genere musicale: itpop, disco-funk
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