By The Night è il nuovo ep di Antonio McFly Morelli: nel disco si alternano tracce cantante e strumentali accompagnate da musica funk, jazz e chillout in chiave urban lo-fi. Gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Quanto tempo hai impiegato per completare By The Night?
Ho iniziato a scrivere i primi brani di questo ep all’incirca all’inizio del 2022. Inizialmente pensavo di pubblicare un lp dove racchiudere anche altri brani come UpDown e Special Guest che ho pubblicato come singoli ma con il tempo ho iniziato a capire che sarebbe stato meglio pubblicare un episodio a parte con un mood diverso; infatti i brani prima citati, per quanto accattivanti, non hanno niente a che fare con altri come City Lights (traccia n.2) o Daydream (traccia n.4).
Ho voluto sperimentare e avvicinarmi più al mondo della musica jazz, chill, lounge e lo-fi perché ritengo abbiano sonorità molto avvolgenti e intimiste. In questi due anni ho approfondito lo studio di questi generi musicali e ho affinato la composizione: possiamo dire che ho stravolto l’impianto iniziale del disco con quello che abbiamo adesso.
Ci sono stati momenti particolarmente impegnativi o di blocco creativo?
Nel 2023 per vari motivi non sono riuscito mai a portare a termine questi progetti perché ritenevo di dover approfondire meglio la questione. Ho iniziato ad ascoltare musica e a studiare la struttura di questi brani ed ho scoperto letteralmente un mondo. Solo che a quel punto ho trovato davanti a me un bivio: stravolgere quanto già fatto o ripartire da zero?
Alla fine ho optato per un 50 e 50: alcuni brani come Can’t Stop, Lust For Unity e Graffiti li ho spinti più verso un’ottica di brano cantato mentre gli altri due li ho modellati più verso il mondo lo-fi jazz e lounge. Inizialmente infatti il disco lo avevo pensato quasi tutto strumentale ma poi ho capito che alcuni brani avrebbero dato il loro meglio come canzoni cantate.
Come vivi il momento della scrittura e della composizione?
E’ un qualcosa di mistico: dipende molto dall’ispirazione che mi travolge al momento in cui inizio a suonare o mixare. Se un’idea è buona lo capisco quasi subito: generalmente parto dalla sezione ritmica di batterie, percussioni e basso per poi passare al resto; altre volte comincio direttamente dai synth o cerco campioni che attirino la mia attenzione per poi ri-lavorarli come piace a me.
Se poi vedo che il progetto “cresce bene” interrompo il lavoro volontariamente dopo qualche ora perché voglio lasciar correre la mente piuttosto che le mani. Sembra assurdo ma ho terminato più progetti col pensiero piuttosto che direttamente al computer, incredibile ma, almeno per me, funziona così: Mi “suona in testa”.
Preferisci lavorare di notte, vista l’atmosfera che hai creato in questo ep?
Questi due anni sono stati pieni di cambiamenti e spesso i cambiamenti tendono a far correre la mente, soprattutto di notte. Ci sono stati momenti in cui non riuscendo a dormire mi sono messo a scrivere pensieri, parole o semplicemente idee che poi ho riportato con tutta calma il giorno dopo nero su bianco al computer. Un esempio su tutti è il testo di Graffiti che ho scritto letteralmente alle due di mattina di una notte in cui non riuscivo a prendere sonno.
Avevo la base in testa, ho preso il telefono, ho iniziato a scrivere sul blocco note e mi sono reso conto che la canzone si stava letteralmente scrivendo da sola: come se la testa mi stesse dettando quello che le mani poi avrebbero scritto. E’ stato un momento importante per me perché non mi sono mai considerato un tipo capace di scrivere testi, generalmente ho sempre fatto solo la musica; invece stavolta è stato diverso ed il risultato, per quel che mi riguarda, è oltre ogni mia aspettativa.
La tua musica ha un tocco cinematografico, come una colonna sonora per la notte. Ti piacerebbe un giorno lavorare nel mondo del cinema o delle serie TV?
Penso che per un qualsiasi artista l’idea di sentire una sua composizione fare da colonna sonora a un film o a una serie sarebbe un onore… quindi certo, perché non sognare di guardare il prossimo Criminal minds e al momento della sigla pensare: “ehi, ho scritto io questo pezzo”.
C’è una canzone dell’ep che pensi possa sorprendere maggiormente il tuo pubblico? Perché?
Dipende da cosa l’ascoltatore si aspetta di ascoltare da questo disco. Per chi è abituato più alla musica pop/radiofonica direi City Lights o Daydream perché, pur essendo pezzi strumentali, ti tengono attaccato all’ascolto fino alla fine; per chi invece è abituato alle mie precedenti produzioni senza dubbio direi Graffiti perché è un qualcosa di veramente inedito sia per il tipo di testo che di musica.
Qual è il messaggio più importante che vuoi trasmettere con questo ep?
Ho scritto questo ep in primis con l’intento di raccontare qualcosa di personale, di condividere con altre persone i miei vissuti e i miei pensieri. Non c’è un messaggio univoco però se dovessi trovarne uno direi: “cercate di essere voi stessi”. Forse è il messaggio di fondo che accomunate tutte le tracce.
By The Night apre il 2025 per te. Che cosa possiamo aspettarci dal resto dell’anno?
Senza dubbio mi piacerebbe portare live questi brani insieme ad altri che ho già prodotto in passato. Mi manca suonare e vorrei sperimentare la reazione delle persone nell’ascoltare certe canzoni dal vivo. Per quanto riguarda progetti in studio sto già scrivendo altri brani, mi piacerebbe approfondire ancora di più il mondo chill e lo-fi per vedere fin dove posso arrivare. Sto scrivendo comunque anche un brano cantato, vi invito a seguirmi sui miei canali social per rimanere aggiornati a tal proposito.
Pagina Instagram Antonio McFly Morelli