Esce oggi 30 settembre Exit, il nuovo album di Blindur, pseudonimo del songwriter e producer Massimo De Vita. Terzo album firmato Blindur, Exit, in uscita per La Tempesta Dischi, segna il ritorno di una delle realtà più premiate e riconosciute della scena alternativa dell’ultimo decennio.
Blindur, infatti, ha già all’attivo due album in studio, partecipazioni in importanti festival internazionali e numerosi premi, tra cui i più recenti ‘Premio Amnesty Italia’ – sezione Emergenti 2021, Premio AFI e Premio della Critica a ‘Musicultura’ 2020 e Targa “Beppe Quirici” per il miglior arrangiamento al Premio Bindi 2020, oltre a vantare oltre 400 concerti in Italia e all’estero con aperture che vanno da Damien Rice a Jonathan Wilson, passando per Niccolò Fabi, Cristina Donà, Tre allegri ragazzi morti e numerosi altri.
Per Exit, Blindur ha lavorato insieme ai tecnici del suono che lo affiancano da tempo, Paolo Alberta (Ligabue e Negrita) per le registrazioni e il missaggio e Birgir Birgisson (Sigur Rós, Bjork e altri) per il mastering, e alla band che dal 2019 lo accompagna live (Carla Grimaldi, Luca Stefanelli e Jonathan Maurano).
Nelle undici tracce che compongono il disco, c’è stato anche spazio per diverse collaborazioni d’eccezione: da J Mascis dei Dinosaur JR, mostro sacro del rock alternativo, feat. nel brano Mr. Happytime, a Rodrigo D’Erasmo, violinista e polistrumentista con gli Afterhours, feat. in Stati di agitazione, passando per JT Bates di Big Red Machine, Roberto Angelini feat. in Eclisse, Monique Honeybird Mizrahi e Daniele Ruotolo dei Malmo.
Tutti i brani sono stati prodotti da Blindur con la partecipazione speciale di Marco Fasolo (Jennifer Gentle, I Hate My Village) e Daniele ‘il Mafio’ Tortora (Daniele Silvestri, Max Gazzè, Diodato e molti altri).
Blindur traccia per traccia
Partenza “atmosferica” per il disco: 540 bar è una scelta placida ma già determinante per dare il tono all’album. La voce governa la navigazione di un brano che prima muove con calma, fra archi e dolcezze, per poi chiudere in modo sorprendente.
C’è Roberto Angelini a testimoniare l’Eclissi che segue: un duetto di voci sensibili, con un cresce soprattutto in termini di intensità. La vena cantautorale qui è totalmente esposta, con tutte le qualità melodiche in bella evidenza.
Ad asseverare le proposizioni precedenti c’è Sereno, che parla di miraggi e burrasche all’orizzonte, mentre la chitarra si fa impetuosa. Crescono le percussioni, cresce un brano che ha un che di pop ma anche di delicato nonostante sia rumoroso.
Ecco poi Rodrigo d’Erasmo ad affrontare gli Stati d’agitazione, un brano che si discolpa è che entra in discorsi molto vibranti e piuttosto vicini al rock alternativo, con qualche pizzico di chitarra elettrica.
Viene da pensare alla Allende entrando ne La casa degli spiriti (che pure cita Baricco, Joyce, Baudelaire e Sepùlveda) anche se questa ballad morbidissima con il pianoforte sa molto di autobiografia e di sentimenti molto personali.
Si prosegue con le collaborazioni di alto livello per Mr. Happytime, con Mr. J Mascis, nientemeno. Il pezzo è probabilmente più vicino ai Kinks che ai Dinosaur Jr. quanto a sound, ma la schitarrata finale merita l’ospitata.
Poco più di un inciso, si celebra poi La festa della Luna, momento sereno e serale che vede l’apporto di Monica Honeybird Mizrahi. Si parla di paura e di rischi in Secondo Giovanni, brano che racconta un’Apocalisse morbida, forse perfino affrontabile.
Adesso racconta di esplorazioni naturalistiche: sulle prime lo fa con calma, ma quando inizia a inseguire le nuvole deve correre per forza, pur mantenendo un atteggiamento speculativo per quanto riguarda il testo.
Ispirata a un fiume svizzero, ecco poi Aar, che fa uso di qualche effetto vocale per raccontare di sensazioni vacanziere e di esortazioni televisive che stridono, nei contrasti tra pubblico e privato.
Ultimo brano è Exit, title track che racconta di uscite estreme e ottimistiche, in una sorta di magnifica allucinazione finale, che si fa vibrante e potente.
Il percorso graduale di Blindur sembra arrivato a un passo importante: collaborazioni in grande stile, uso più esteso degli archi e una sensazione generale di maturità compositiva contrassegnano un lavoro forte e intenso.
Probabilmente figlio di molte sfide con se stesso, l’album imbocca la propria strada in modo deciso, confermando tutte le qualità ben note ma allargando e approfondendo i discorsi. Molto rotondo e compatto, molto omogeneo e coerente, il disco è indubbiamente molto ben riuscito e il passo importante è compiuto nel modo giusto.