Cecco e Cipo, “Con Permesso”: recensione e streaming

S’intitola Con permesso il nuovo album di inediti di Cecco e Cipo, quinto lavoro discografico del duo toscano che ha conquistato l’attenzione mediatica durante le audizioni dell’ottava edizione di X Factor con una performance irriverente e cliccatissima.
 
Con quasi 6 milioni di stream su Spotify e centinaia e centinaia di concerti in tutta la penisola, Cecco e Cipo negli anni si fanno conoscere e apprezzare da un pubblico sempre più ampio grazie alla loro peculiarità: l’arte del racconto, un talento innato per lo storytelling che li contraddistingue fin dagli esordi, portato avanti nei loro brani attraverso formule sempre pungenti e ironiche.
 
Anticipato dai singoli Ancora un’altra volta e I due eschimesi dell’isola di Baffin, Con Permesso inaugura una nuova stagione compositiva per il duo. Un album che arriva a tre anni di distanza dal precedente lavoro discografico e che consegna dieci brani figli di una poetica rinnovata, portata avanti con lo stile sincero, acuto e mai banale del duo.

Cecco e Cipo traccia per traccia

Placida e un po’ risentita Che fine ho fatto, che apre il disco prima su toni intimi, e poi aggiunge un minimo di fanfara. Prima i fiati, poi la chitarra, poi un pizzico di rap per un brano morbido e retrò. Ma chi è Cecco e chi è Cipo?

Ecco Ancora un’altra volta, singolo altrettanto morbido ma molto più romantico; anche qui però si cambia di stile, si aggiunge un po’ di ironia e un po’ di disco music.

Anche più mossa e corale Meteora ’98: “l’amore non si spiega ma si fa”, ci spiegano, tra deliri cosmici e ire funeste, in un pezzo molto agile e di un pop vagamente colorato di funk.

Anche Tieni il passo con l’amore ha qualche colore che vira sul black, ma sempre con un po’ di leggerezza, sparsa a piene mani. La chitarretta funkeggia anche in apertura de Il circo delle pulci, che usa morbidamente fiati e pianoforte per alternare i momenti della canzone.

Si fa addirittura speculativa Il comportamento degli esseri umani, che ha qualcosa in comune con modi e tematiche degli Eugenio in Via di Gioia, ma con una personalità tutta propria del duo.

Tornano i fiati a dare Ossigeno, sempre un po’ vintage. L’altro singolo I due eschimesi dell’Isola di Baffin fa di tutto per rassicurare la fanbase storica del duo, tornando ai discorsi più ricchi di ironia, su dinamiche ancora una volta un po’ disco dance.

Molto più tranquilla l’aria di Ragno tessitore, quasi beatlesiana per certi versi, posto che difficilmente i Fab Four raccontavano storie di ragni. Finale piuttosto adrenalinico e abbastanza pazzoide con Crudo e zabaione, che tracima in techno.

Provano a fare qualche passo in più, Cecco e Cipo, soprattutto dal punto di vista sonoro, per un disco maturo e molto completo. Anche in campo lirico, i testi dei due sembrano voler fare qualche passo avanti rispetto alla classica ironia, senza per questo esagerare in serietà. Il risultato di questi processi è piuttosto convincente.

Genere musicale: pop

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