I Criminal Party, criminal partyband storica del rock palermitano dedita a sonorità garage, punk e psichedeliche, pubblica La revolution bourgeoise. Il disco costituisce un’invettiva, a detta della band, contro i poteri forti che governano il mondo e che ormai non hanno colpito soltanto gli operai di una volta, ma anche la classe media.

Criminal Party traccia per traccia

La rivoluzione borghese ha inizio con un pezzo strumentale, La revolution bourgeoise appunto, che si porta dietro buone dosi di chitarra. Strumento che si conferma anche con Angry and tired, che ha ritmi veloci e uno sprint piuttosto giocoso e un po’ retrò. Lo spirito giocoso si conferma anche con un pezzo come What about you, in cui emerge però il profilo elettrico e le tastiere si fanno sentire in sottofondo.

Dopo la breve e inclusiva Join Us, ecco una più aggressiva Crime after Crime, contrassegnata dalla chitarra elettrica in apertura, il cui senso del dramma è duplicato presto dal drumming e dalla voce. In a time machine si converte a effetti quasi teatrali e recitati, per venire incontro agli istinti fantascientifici (ma anche garage) del pezzo.

Rebel world accentua i tratti aggressivi, soprattutto grazie a un giro di basso introduttivo molto ruvido, con un mood molto affine al punk delle origini. Stesso discorso si può fare anche per Burned generation, altrettanto veloce e veemente. Dangerous Minds cambia attitudine e si consegna a sentimenti più vintage, ma trova sfogo elettrico in corsa.

Ritmi alti e voglia di allegria nella seguente Betelgeuse, mentre i sentimenti sono opposti in Wasted life, dedicata ai piccoli imprenditori che si sono tolti la vita per colpa della crisi. Spazio per gli assoli di chitarra in Something wrong, strumento che invece riveste ruoli più percussivi in We hate you.

Assault at Central bank sposa dei ritmi e dei modi blueseggianti, con qualche cesello e qualche variazione sul tema. Un po’ schizofrenica e rockabilly Politics in love, che effettua pause e ripartenze ricche di brio. Il disco si chiuderebbe con Deep crisis, strumentale allungato che fa da sigla, tuttavia ci sono anche due bonus tracks, 1986 e la versione video di What about you, che confermano la generosità della band.

I Criminal Party mettono insieme un notevole pacchetto di canzoni con un sound coerente e omogeneo.

Se ti piacciono i Criminal Party assaggia anche: The Slaps

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