Dario Antoniozzi: intervista e recensione
Si chiama A Beautiful Landscape il nuovo lavoro di Dario Antoniozzi, chitarrista fingerstyle che dopo gli studi e una certa esperienza dal vivo ha deciso di cimentarsi con le composizioni proprie. Lo abbiamo intervistato.
Ci vuoi raccontare chi sei?
Mi chiamo Dario e sono un compositore. Il mio progetto musicale nasce da alcune mie composizioni fatte con la chitarra in stile fingerstyle, sono melodie rilassanti che ti proiettano in un mondo introspettivo e di riflessione.
Come nasce l’esigenza alla base di questo disco?
Avevo tante composizioni messe da parte e un giorno ho deciso di farci un disco. Le feci ascoltare a dei miei amici e rimasero piacevolmente colpiti da lì capii che poteva uscire fuori un bel lavoro.
Come nasce “Good Morning”, che apre il disco e dalla quale è tratto anche il tuo video?
“Good Morning” è nata al ritorno di un viaggio fatto a Berlino. In quel periodo ero apatico e cercavo qualcosa nella mia vita che potesse far risvegliare quella voglia di scoperta e avventura che mi aveva abbandonato. Mi alzai la mattina seguente e suonando la chitarra uscì fuori questa melodia dai contorni rilassanti e introspettivi.
Chi sono i chitarristi di oggi che rispetti di più?
A oggi ammiro molto Chords Of Orion, riesce a proiettarmi in un mondo ignoto e profondo senza troppi fronzoli. Riesce a essere essenziale e autentico, la sua musica mi piace molto. E’ un’ispirazione per me.
Quali saranno i tuoi prossimi passi?
Ho in mente di fare un ep sperimentale di musica meditativa e un album Electro/Ambient, vediamo cosa ne esce fuori.
Dario Antoniozzi traccia per traccia
C’è un giro di chitarra semplice e fluido alla base di Good Morning, il brano di apertura del disco di Dario Antoniozzi.
Si apre invece con i gabbiani Sea Silence, altra melodia dolce ma più articolata e “virtuosa”, con qualche appoggio degli archi.
Sale piano ma decisa Hopes, mentre Young Supernova, a dispetto del titolo fantascientifico, ha qualche radice nel celtic folk.
Leggermente più oscuro il paesaggio dipinto da Deep Blue Sky, che ha un andamento moderato e quasi saggio. Si presenta anche il pianoforte all’interno di Dancing Flames, breve itinerario sereno.
Si va verso la dolcezza assoluta anche con Moonlight, che assomma suoni di archi e fiati alla chitarra. C’è maggiore vivacità all’interno di Breath, sorretta anche dal pianoforte.
Symphony #9 torna a sensazioni più morbide e soffuse. E naturalmente anche la chiusura, con la title track A Beautiful Landscape, ci accompagna verso un panorama molto tranquillo.
Dieci composizioni di grande morbidezza, quelle di Dario Antoniozzi, sicuramente adatte allo scopo che si è prefisso e perfettamente inquadrate nel genere di riferimento.