Dirty Trainload, “Revolution and Crime”: la recensione

dirty trainload

La zona di provenienza è la Puglia, ma i Dirty Trainload sembrano guardare verso Ovest, in particolare verso l’America, con un rock molto pieno, elettrico e sporco di polvere del deserto.

Per questo lavoro, intitolato Revolution and Crime, la band amplia la formula del duo, costante dei primi tre lavori. La nuova formazione è composta dall’unione delle due precedenti line-up: Bob Cillo è affiancato sia da Livia Monteleone, la cantante-polistrumentista con cui ha realizzato il secondo album Trashtown, che da Balzano, il batterista con cui faceva coppia nel terzo disco A Place For Loitering.

Dirty Trainload traccia per traccia

Si parte da una molto vivida Torture Dogs, con l’ambientazione southern rock e il duetto tra voce femminile e maschile ad animare il discorso. Si scivola verso il desert rock con Wanted Man, propensa a qualche oscurità in più.

Giochi di frontiera e uno spazio libero per la chitarra in Too Far Gone, che dopo un percorso in conestoga o giù di lì lascia intravvedere possibilità psichedeliche.

Si torna a qualcosa di molto più terreno, tangibile e rock, sempre con influenze a stelle e strisce tra southern e far west, con Revolution and Crime. Tutto blues, invece, anche con qualche indizio di “talking”, per Another Man.

Fronteggia a testa alta The End of Welfare State, che offre interessanti risvolti punk al suono della band. Band che rallenta bruscamente in Cod’ine, lentone che fa emergere le qualità vocali prima, e di nuovo la chitarra poi.

Dopo le atmosfere insinuanti di Slanted Houses, ecco Parchman Farm, che si diverte, soprattutto, a volumi alti. Con il blues di Dirty Throat siamo di fronte a un discorso molto più sofferto e marcato.

Improvised Robbery ha un andamento morbido che si presta a una coda finale dai colori psichedelici. Si va sull’intimo e sull’intenso con Samir’s Letter.

Si chiude con il fuoco: Fire Is Gonna Burn You chiude il disco con ritmi alti e suoni ricchi.

Il disco dei Dirty Trainload è una sorta di rodeo dal blues al rock and roll e ritorno. La band pubblica un quarto disco maturo e convinto, in cui usano tutti gli strumenti a propria disposizione per regalare sensazioni molto dirette.

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