10D10 è il nuovo album dei DONrodriguez, il terzo per Dischi Soviet Studio. Il disco è stato registrato negli studi di Laboratorio Luna, Socraggio (paese che conta un unico abitante), nella selvaggia Valle Cannobina (Piemonte), durante lo scorso inverno. Le canzoni sono in parte figlie del lockdown, dalle atmosfere cupe e spesso ispirate a personaggi e luoghi esistenti. L’album si avvale della partecipazione di Alberto Corsi (Muschio) in Walter / Kubrett e Ora Ed Allora.
I DONrodriguez raccontano della copertina:
Le foto sono state scattate diurne da Elda Belfanti – nostra amica. Si tratta della ex centrale nucleare Enrico Fermi di Trino Vercellese, in Piemonte. Le scritte che si intravedono sulla base dei camini di raffreddamento avevano il solo scopo di rassicurare gli abitanti della zona. La centrale non ha mai funzionato propriamente ed è stata ferma per quasi 300 giorni a causa di un presunto guasto. Le versioni ufficiali diramate sono state al centro di molte discussioni, sembra certo però che il livello di radioattività raggiunto dai pesci nell’area circostante sarebbe stato ben superiore al consentito. L’idea del concept grafico è quello di immortalare un momento storico importante cui questo disco è anagraficamente legato: crisi energetica, l’uso del nucleare, la paura di una guerra nucleare
Le informazioni dei DONrodriguez però sono un tantino precarie. In realtà quella raffigurata in copertina è la centrale termoelettrica Galileo Ferraris, costruita sul sito della cosiddetta “Trino 2”, che si trova a Leri Cavour, a pochi chilometri da Trino, distinta dalla “Enrico Fermi” (che è molto più anonima e meno bella da fotografare) e mai terminata perché il referendum contro il nucleare del 1987 arrestò definitivamente i lavori. La Enrico Fermi invece rimase aperta dal 1965 al 1990, facendo anzi registrare un record mondiale di funzionamento ininterrotto a piena potenza: 322 giorni (dal 28 settembre 1974 al 16 agosto 1975). Poi sul fatto che il nucleare faccia schifo e sia decisamente troppo pericoloso, sono d’accordo anch’io. Ma è sempre bene informarsi in modo corretto e riportare notizie veritiere.
DONRodriguez traccia per traccia
Un inizio arpeggiato quello di A piedi pari, che incomincia sommessa e poi si apre un po’ per volta. Un rock lento e malinconico fa da apripista per il resto dell’album.
Più vibranti gli istinti che si convogliano in Cristiano, che risente di influenze dell’alternative internazionale, mescolati però con una scrittura personale.
I dualismi di Ora ed allora inseguono “le cose giuste al momento giusto”, ma i ricordi svaniscono in una nuvola elettrica. Cambiare parla di universi che collidono lasciando un vuoto siderale, tutto in nome di un cambiamento che sembra abbastanza gattopardesco. Le chitarre recitano la parte del leone nel brano.
La storia di Walter corre piuttosto veloce ed elettrica, ma anche abbastanza malinconica, subito dopo. Il brano riesce a essere potente ma anche abbastanza scanzonato.
A proposito di malinconia, ecco una ballad a pieno titolo, almeno per un po’: Giovanna (In via Paruta) è un ritratto che dopo l’inizio morbido riguadagna qualche asprezza.
Si recupera subito in velocità con Sei sempre uguale, martellante e molto diretta. Acque trasparenti e cieli incandescenti costellano Nuvole Blu #2, prima sobria ma inquieta, poi più rumorosa.
Odessa è un brano strumentale, prevedibilmente dai toni drammatici, che fa da introduzione all’altrettanto drammatica Kubrett, che ha un passo lento. Al contrario, Voltaren è svelta, rapida anche nel pensiero, esprime svogliatezza nel testo ma ha un respiro concitato.
Il brano finale, Splendorion, ha qualche deriva quasi shoegaze, lasciando molto spazio alle chitarre, con un cantato sempre malinconico.
Buon disco per i DONrodriguez, che producono un rock che affonda solide radici negli anni Novanta ma si permette nuove prospettive e nuovi orizzonti, seguendo istinti e poetiche del tutto proprie e personali.
Genere musicale: rock alternativo
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