Enrico Gabrielli esordisce da “solista”, e già questa è una notizia. Ma ad aggiungere curiosità al discorso, il polistrumentista, già parte di Mariposa, Calibro 35, The Winstons e a fianco di artisti italiani e internazionali tipo Afterhours, PJ Harvey, Iggy Pop eccetera, decide di debuttare con un disco di canzoni per bambini, Le Canzonine.
Sulla scia di Sergio Endrigo e dei racconti di Gianni Rodari (due dei riferimenti di Enrico), il disco è stato pensato inizialmente per intrattenere i suoi due bimbi durante la pandemia, ma è diventato poi qualcosa di diversoe ha coinvolto altri “padri” della musica italiana (Alessandro Fiori, Andrea Laszlo De Simone, Brunori Sas, I Cani, Cosmo, Dimartino, Francesco Bianconi, Giacomo Laser, Giovanni Truppi e Roberto Dell’Era), che hanno prestato la loro voce a questi brani.
E anche i musicisti “di supporto” formano una notevole squadra di all star, comprendente Alessandro Trabace, Marco Santoro, Alessandro Grazian, Valerio “Pecori Greg” Canè, Sebastiano De Gennaro, Giuseppe Tortorelli, Fabio Rondanini, Giacomo Fiorenza. Oltre ovviamente a Gabrielli che ha cantato e suonato wurlitzer, pianoforte, clarinetto, flauto, sax alto, strumenti midi, ukulele.
Il disco esce oggi, venerdì 17 marzo 2023, in tutti gli store digitali, ed è disponibile anche in edizione fisica limitata, con vinile colorato + cd + libro illustrato, con testi del disco e disegni fatti a mano da Enrico.
Enrico Gabrielli traccia per traccia
Un traccia per traccia di un disco così risulterà un filo particolare, ma ci si prova lo stesso. La partenza è con La canzone che non dice niente, insieme al Piccolo Coro Angelico: un tuffo nella musica “per bambini”, in questo caso fatta insieme ai bambini, tra coretti e un giro semplice ma trascinante.
Un pizzico di influenze folk e balcaniche per Il cavallino, con la voce di Francesco Bianconi che regala un po’ di pathos a un brano leggermente oscuro.
Come fa il treno? Il treno fa… per lo più ciuff ciuff, ma anche un sacco di altre cose, in un pezzo vertiginoso che vede la compartecipazione de I Cani, con un Contessa che emerge dall’esilio per collaborare a un pezzetto vintage e divertente.
C’è invece Dimartino a cantare La canzone del martin pescatore, molto fischiettata e allegra. C’è un problema da affrontare ne La canzone del singhiozzo, che è appunto il singhiozzo, altro pezzetto piccolo e delizioso, con piano e archi.
Emergono meglio invece fiati e triangolo con Il Pappagatto, che conta sull’interpretazione di Andrea Laszlo De Simone e del Piccolo Coro Angelico, per un racconto animalesco e fiabesco.
Avvezzo ad altre situazioni è anche Alessandro Fiori, che però si confronta con Enrico Gabrielli tra affinità e differenze ne La stessa città. Un po’ più “notturna”, in senso lato, è La notte di Natale, con Roberto Dell’Era e il Piccolo Coro Angelico a invocare la neve (che non arriva).
Intermezzo giocoso al pianoforte con I due fratellini, e poi arriva una domanda epocale: Chissà cosa faceva da piccolo Beethoven? Probabilmente quello che fanno gli altri bambini, con un po’ di creatività in più. Anche Vivaldi e Mozart appaiono nel brano a fornire le proprie esperienze infantili.
Chissà cosa faceva invece da piccolo Cosmo, che da grande ha fatto un mucchio di cose e ora anche cantare la filastrocca Prima c’era, un po’ Endrigo e un po’ Branduardi, con pianoforte e svolazzi di fiati a raccontare un’evoluzione darwinista piuttosto istruttiva. Ma quanto vissero i dinosauri?
E’ tempo di una ninna nanna: ecco perciò Berceuse dei sogni, ancora con il Piccolo Coro Angelico. E una volta fatta la nanna, delle volte si fanno Le frigne, qui “celebrate” con l’aiuto di Giacomo Laser (e Coro).
Dove se ne va La mano ragnetto? Nessuno lo sa, comunque scappa via in fretta. E poi via con il samba: ecco Una volta a Carnevale, con Giovanni Truppi che si chiede come mai a Carnevale si mascherino soltanto i bimbi e non più gli adulti.
L’inconfondibile voce di Brunori Sas affronta invece la distrazione degli adulti in Social-Dramma, una fiaba molto moderna che è anche un curioso canto di libertà.
Torna Bianconi, che evidentemente si era trovato bene, per cantare Sopra qualcosa, che evoca nuovamente Endrigo. Un piccolo dibattito ornitologico apre Pellicano dove vai, ricca di domande.
Non è esattamente un disco indie, itpop, emergente, insomma non è ciò di cui scriviamo di solito qui a TRAKS. Però il disco di Enrico Gabrielli & Friends è un piccolo gioiello, curato, ricco di creatività, delicato e perfetto per i suoi scopi. E forse anche per essere ascoltato fuori dall’ambito infantile: una ventata di leggerezza si può apprezzare anche in età un po’ più avanzata.
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