Il molto atteso e già annunciato da singoli Contento e Buio di giorno nuovo album di Frah Quintale è un doppio, Banzai, la cui prima parte è Lato Blu. Cioè la parte presumibilmente notturna o, come suggerisce la copertina, subacquea.
“Banzai (Lato blu) è come tornare da un lungo viaggio. Ho cercato di raccontare attraverso svariati episodi il tema dell’amore, della solitudine, della paura, della ricerca della pace, della serenità e in particolare di quanto a volte perdersi sia necessario per potersi ritrovare.
Ho scelto questo titolo perché tempo fa utilizzavo “Banzai” come alias in alcuni graffiti, inoltre è una parola positiva, una parola giapponese di buon auspicio che allo stesso tempo può essere interpretata come un grido di battaglia, un invito a lasciarsi andare verso l’ignoto.
Banzai è un disco che prosegue il discorso musicale intrapreso in “Regardez Moi” ma aggiunge nuove prospettive a livello di sperimentazione sia nel sound che nell’interpretazione. Sentivo il bisogno di buttarmi in tutto e per tutto e volevo farlo partendo dal titolo.”
Frah Quintale traccia per traccia
A dare il via al disco c’è l’Intro (fogli colorati), moderata e sommessa, quasi a far entrare in punta di piedi.
Si attacca con il falsettino funky grazie a Buio di giorno, ricca di groove, e con qualcosa che fa pensare a Beck.
Si parla i tradimenti in Lambada, e non sarà l’ultima volta. Il pezzo è molto ritmato e abbastanza colorato, tra droga nel bicchiere e il grido: “Fa-ccio-schi-fo!“
Si torna a sensazioni più vicine all’r&b con la soffice Chanel, che racconta di giri con il cane ma senza cane.
Immagini molto poetiche quelle di Due ali, anche quando la poesia si fa carnale, seguendo le abituali dicotomie tra diabolico e angelico, inseguendo a ritmo di soul e funk una storia che è all’inizio ed è aperta a qualunque finale.
Ecco poi Contento, singolo e dichiarazione tranquilla, anche se non priva di una certa consapevolezza del dolore, che è passato e probabilmente futuro, ma che non offusca il momento positivo di oggi.
A fare da contraltare ecco Amarena, che a prescindere dall’atmosfera sonora molto vivace, è particolarmente aspra, di fronte a un amore evidentemente non corrisposto: “e te ne vai al mare/poi mi mangi il cuore”
Un quadretto dipinto nei dettagli è quello de Le cose sbagliate, che si incentra su una difesa contro una spiata (con twist end finale).
Ecco poi Allucinazioni, con IRBIS 37, cadenzata a ritmi più consistenti e sconfinante dal lato dell’hip hop, nonché piuttosto flashy a livello di sensazioni improvvise.
Il Lato Blu chiude con una piuttosto pessimista Faccia della notte, tra visioni urbane, in una sorta di ballad dell’oscurità allucinata. “So che gli uomini son fatti anche di angosce/quando sentono il buio che li inghiotte”.
La vertiginosa crescita di Frah Quintale come autore fa il pari con la sua maturazione anche nell’utilizzo della voce e della cifra stilistica che lo rende particolarmente riconoscibile fin dalle prime note di ogni canzone.
Questo Lato Blu contiene una palette di colori già piuttosto variabile, ma c’è curiosità per l’altro lato, benché anche concentrandosi soltanto sul lavoro su queste dieci canzoni c’è la consapevolezza di essere di fronte a uno dei migliori dischi del 2020.