Gazebo Penguins, “Quanto”: recensione e streaming

A cinque anni di distanza dal precedente album, i Gazebo Penguins pubblicano Quanto, nuovo lavoro per Garrincha Dischi, con la collaborazione di To Lose La Track, storica etichetta della band. Pubblicato in digitale e anche nelle speciali versioni in cd e in vinile colorato biancoora disponibili dopo i quattro live di anteprima che hanno dato la possibilità esclusiva ai partecipanti di ascoltare e acquistare il disco in anticipo.

Se volessimo scendere nell’infinitamente piccolo non potremmo scendere all’infinito: a un certo punto la materia si ferma. Ecco il quanto. Un frammento discreto, indivisibile, basilare, di una grandezza

Gazebo Penguins traccia per traccia

Nessuna salvezza prevista in Nubifragio: il primo brano dell’album ha un sound denso almeno quanto le parole del testo, che parlano di sogni cestinati, anche se forse una possibilità di amore c’era. Noise e dissonanze per una partenza amara. Finale articolato e quasi jazz.

Mezzo secondo per fare molte cose, quello che racconta Cpr14, canzone da corsa che infatti dice che “fermi si muore”. Un discorso di velocità che si sviluppa in modo rumoroso, ma con un cantato abbastanza malinconico. “Di freddo si muore”, cantano questi Pinguini, a dispetto del riscaldamento globale. “Ma il tempo produce calore”.

Risonanze molto new wave quelle di Se non esiste il vuoto, sempre corale, con un drumming regolare e molto determinato. “Se non esiste il vuoto/prova a dirmi cos’ho adesso qui nel petto”: la dialettica tra concetti scientifici e la desolazione umana si fa sempre più fitta.

Erwin (Schrödinger) parla della quotidianità della coppia, su un percorso sonoro un po’ meno rumoroso. Almeno sulle prime: poi il discorso si accende e diventa appassionato. Cambiamenti di opinione e sentimenti animano le polarità di una canzone ricca di contrasti.

Altro pensatore importante è Feyerabend, oggetto di una canzone che procede in modo abbastanza tempestoso. Qualche momento di risacca e poi si riparte sempre all’attacco.

Concetti di tempo in un mid-tempo come Cosa fai domani, che si arriccia qui e là con la chitarra a disegnare decorazioni. E dopo il pezzo più breve del disco, il più lungo: Uscire fornisce una coda al disco, stranamente sognante sulle prime, poi sempre più ricca dal punto di vista sonoro ed emotivo.

Lavoro compatto e concreto, benché parli spesso di scienza, il nuovo dei Gazebo Penguins. La band ha focalizzato ancora meglio tutte le proprie virtù, in un disco rapido e d’impatto, con momenti di ripensamento ma anche molto rumore. In questa specifica branca del rock alternativo italiano, i GB si confermano senza dubbio fra i migliori, grazie a un disco ruvido e potente, senza pause e tutto di altissimo livello.

Genere musicale: rock alternativo

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