Gazzelle continua a sfornare singoli malinconici, e questa è una delle poche certezze della vita. Questa volta tocca a Lacri-ma, tutta giocata sugli enjambement (eh che parole ora), con l’ultima parola del verso che si collega a quello successivo.
Una scelta stilistica interessante e una canzone molto fluida, con un po’ di suoni acustici ed elettronici mescolati e un’aura di tristezza leggera che aleggia, come si conviene a Flavietto nostro.
Gazzelle, “Lacri-ma”: il testo
Mentre ti scende una lacri-
Ma non sai da dove vie-
Nerissimi gli occhi si sporca-
Non è come pensavi te
E ti fa un po’ male
Tutto si sposta, si muo-
Veloce come un uraga-
Non c’ero, ti chiedo scusa
E non sapevo bene com’era
E mi fa un po’ male
Guarda che bella giorna-
T’avrei tenuto vici-
Non potevo capi-
Respirami addosso ancora un po’, ti prego
Non riesco a mangiare
Mentre cammini per stra-
Da sola come un’astrona-
Verissima in mezzo alle stel-
Le mani tue sembrano fiumi
Che portano al mare
Perderti dentro la piog-
Già sono le otto di se-
Raccontami cosa volevi
Vivere non è poi male
Se ti sai asciugare
Guarda che bella giorna-
T’avrei tenuto vici-
Non potevo capi-
Respirami addosso ancora un po’, ti prego
Non riesco a mangiare
Guarda che bella giorna-
T’avrei tenuto vici-
Non potevo capi-
Respirami addosso ancora un po’, ti prego
Non riesco a mangiare