Esce il nuovo singolo di Grazian intitolato Scontro Frontale (in distribuzione Believe Music Italy): una canzone dall’andamento incalzante che apre con il verso “La canzone d’autore è morta“, uno slogan che ognuno può interpretare come crede: come un sollievo o una sconfitta, come una sfida o una minaccia, come un dato di fatto o un grande equivoco.

Anche la sorte di una storia d’amore può essere tutto questo. Scontro Frontale, non è un caso, arriva a 10 anni esatti di distanza dall’ultimo album del cantautore uscito proprio nel gennaio 2015, e anticipa un nuovo album in arrivo nei prossimi mesi.

Lo abbiamo intervistato, sempre più curiosi riguardo questa scena indipendente che sta cambiando così velocemente. Ecco cosa ci ha raccontato Alessandro Grazian. 

Il tuo modo di scrivere e comporre è cambiato in questi anni di assenza? Com’è stato ritrovarsi nelle vesti di cantautore, dopo così tanto tempo? 

Penso e spero di essere sempre in evoluzione. Non amo ripetermi e sento di avere sempre qualcosa di diverso da esplorare e anche le nuove canzoni sono figlie di questo spirito. Naturalmente ho la mia cifra stilistica ma quando scrivo una canzone cerco sempre di metterci dentro suggestioni nuove, inseguendo un suono o un’idea compositiva e “poetica” inesplorata. Ritrovarmi ora nelle vesti di cantautore, almeno per quello che riguarda la parte creativa, è stimolante. 

Hai sviluppato un metodo con il tempo per arrivare a un brano? Questo metodo è sempre stato lo stesso? 

Ho il mio metodo per arrivare a chiudere un pezzo, nel senso che un pezzo deve sempre corrispondere a dei parametri di scrittura e arrangiamento che mi soddisfano, una sorta di mio standard sotto il quale non voglio pubblicare qualcosa. Quindi sì, ho del “mestiere” che mi aiuta a sviluppare e a risolvere eventuali problemi di scrittura di un brano. Ma per quello che riguarda la scintilla creativa mi piace molto che ci siano delle variabili incalcolabili quando nasce un’idea, in questa fase non voglio che ci sia mai lo stesso metodo. 

Sei anche un abile chitarrista. I tuoi brani partono mai da un giro di chitarra, a cui solo alla fine entrano le parole? 

Certo, un buon numero di brani nasce così. Scontro frontale è nata al pianoforte ma per esempio una nuova canzone che sarà un pezzo chiave del disco in arrivo è nata proprio da un arpeggio di chitarra sul quale poi ho scritto le parole. 

Nella tua band ci sono alcuni punti di riferimento della scena musicale di Milano, e non solo, primo tra tutti anche Enrico Gabrielli. Com’è avvenuto il vostro primo incontro? In quali altri contesti avete collaborato?

Io ed Enrico ci siamo conosciuti a Padova nel 2003, in quell’occasione aprivo un concerto del suo gruppo, i Mariposa. Da allora abbiamo fatto spesso cose insieme ed è nata una bella amicizia. Dopo 22 anni ancora condividiamo palcoscenici e progetti. L’elenco delle cose fatte insieme è davvero tanto lungo, il più recente è il progetto Orchestrina di Molto Agevole nel quale suoniamo tutti e due. 

Come si può vivere di musica, oggi?

Paupertas artis omnis perdocet. 

Pagina Instagram Grazian

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