Hot Ice torna in scena con un nuovo singolo, e questa volta lo fa portando il rap sulla musica elettronica: A Mio Agio è il titolo del brano. Lo abbiamo intervistato.

Cosa ti ha spinto a sperimentare con la musica elettronica in “A Mio Agio”?

    Un po’ la voglia di mettermi alla prova con qualcosa di diverso da quello che faccio di solito, e un po’ il desiderio di divertirmi con un sound più “battuto” e BPM più elevati. Conoscere Mala Tempora, in questo, mi ha dato la spinta definitiva.

    Come è nata la collaborazione con il dj techno Mala Tempora e la cantante Alessia Toffoli?

      Mala Tempora l’ho conosciuto in quanto era il dj per uno spettacolo teatrale di una compagnia teatrale con cui ho collaborato, e mi piaceva molto il suo stile e anche la sua personalità. Abbiamo cominciato a collaborare prima in live, un po’ per necessità, in occasione delle finali regionali dell’Arezzo Wave Contest, ma in realtà avevamo già iniziato ad abbozzare il brano. Alessia, invece, l’ho conosciuta a un karaoke ancora qualche anno fa, e artisticamente ci siamo subito stimati, e pian piano abbiamo iniziato a collaborare. Oltre ad “A Mio Agio”, lei è anche la regista di uno spettacolo teatral-musicale sul quale sto lavorando con il cantautore Gilberto Ongaro. 

      Puoi raccontarci qualcosa di più sul significato del titolo “A Mio Agio”?

        Il motto “A mio agio nel disagio” è stato preso in prestito dal gruppo di amiche della mia compagnia, le “Fragoline di Bosco”, che di fatto mi hanno ispirato questo brano. L’idea è quella di trasmettere un messaggio di leggerezza e rilassatezza, anche tramite le nostre esperienze personali, in modo che almeno per quei tre minuti di brano la gente possa abbandonare ansie, insicurezze e paranoie, e sentirsi appunto a proprio agio anche nel disagio.

        Quali sono state le principali sfide nell’uscire dalla tua “comfort zone” musicale?

          Sicuramente scrivere e rappare su bpm più elevati di quelli a cui sono abituato, e poi direi trovare il giusto compromesso tra il mio stile e quello di Mala Tempora. Lui è abituato a creare produzioni molto più spinte, dunque siamo andati alla ricerca di qualcosa che potesse rispecchiare il nostro background condiviso in qualche modo.

          Come descriveresti l’influenza della musica house degli anni ’90 e ’00 nel tuo nuovo brano?

            Io non sono mai stato un assiduo ascoltatore della musica house, però giustamente per lavorare con Mala Tempora e trovare un punto comune abbiamo optato per sonorità di questo tipo, anche se inizialmente il tutto suonava molto più funky, ma poi abbiamo deciso di mantenere la produzione più elettronica. Credo che quel sound anni ‘90 e primi ‘00 si senta soprattutto nel connubio tra cassa e basso, e nel synth del ritornello.

            Come è stata l’esperienza di lavorare con Alesi (Alessandro Strada) presso l’Attitude Studio?

              Davvero una figata! Intanto, lo studio è veramente bello, organizzato bene e ricco di strumenti tecnici che ci hanno favoriti. E poi, Alesi è una persona fantastica e super professionale. Ci siamo trovati proprio sulla stessa lunghezza d’onda per tutte le scelte artistiche, tanto che spesso non c’è stato bisogno neanche di comunicare verbalmente. Per tutto questo, non posso che ringraziare il concorso Walk On Rights di Amnesty International e Andrea Rock, che mi hanno permesso di lavorare in questo studio.

              Qual è stata la parte più difficile del processo di produzione di questo singolo?

                Per il brano in sé, sicuramente la gestione del ritornello, sia da un punto di vista musicale che vocale. Nell’originaria versione più funky, in quel punto c’erano per esempio delle trombe, e il tiro era abbastanza diverso. Trovare il synth giusto e le giuste melodie non è stato facile. Lo stesso può dirsi per la gestione delle voci in quel punto, in quanto volevamo fare qualcosa di semplice, che potesse restare in testa, ma evitando scelte troppo banali. E in questo Alesi è stato magistrale, aggiungendo determinati effetti di modulazione vocale, e tagli e ricomposizioni dell’audio. In generale, invece, la parte più tosta è stata forse il montaggio del video, in quanto la maggior parte delle riprese è stata fatta in condizioni quasi estreme, e dunque dovevamo tirarne fuori il meglio possibile, e speriamo di esserci riusciti.

                Come hai deciso di integrare riferimenti a elementi e personaggi della cultura pop come Stranger Things e Novak Đoković nel testo?

                  Sono riferimenti che mi sono usciti in modo abbastanza naturale nella scrittura del testo, è una cosa che nel rap succede spesso, e in questo caso, per questo tipo di brano, penso che fosse ancora più necessario, se vogliamo. Credo che queste cose creino anche una sorta di senso di appartenenza, specie se gli ascoltatori condividono i tuoi interessi e le tue passioni.

                  Pagina Instagram Hot Ice

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