I Boschi Bruciano, “Riserve”: la recensione

Riserve è il nuovo album de I Boschi Bruciano, fuori per Bianca Dischi e distribuito da Artist First. Riserve è il risultato di un lungo lavoro di ricerca sonora, un punto di svolta nello sviluppo del progetto, allo stesso tempo una sintesi del loro percorso musicale e un assaggio del nuovo mix di rock ed elettronica.
‘Riserve’ è il nostro secondo album, il primo da quando I Boschi Bruciano sono diventati un duo. Parla di ciò che ci sta a cuore, del mondo che sembra impazzire ogni giorno di più, delle provincie italiane, del rapporto noia/degrado, della necessità di urlare “io esisto!”, per pogare e cantare a squarciagola. Sostanzialmente è un nuovo debutto e noi siamo felici di viverlo come tale. Ha una lunga genesi che va dal primo lockdown del 2020, quando ci siamo chiusi in sala e abbiamo scritto e suonato finché non avevamo più niente da scrivere e da suonare. Nonostante il cambio di formazione e le sfide tecniche che ne conseguono è un disco che ci è uscito davvero naturale, un ideale di scrittura che è rimasto fedele a se stesso in tutte le sue fasi, dai primi provini fino al mastering. Nasce con l’intento di unire un sound rock grezzo da power duo alla vocalità italiana e a sonorità più “moderne” e sperimentali. Sentiamo di aver trovato uno stile che ci calza a pennello e non vediamo l’ora di viverlo live per poi distruggerlo in visione di un nuovo disco.
I Boschi Bruciano traccia per traccia
“Ho già vent’anni, cazzo ho già vent’anni”: Km Zero apre a rivelazioni e consapevolezze elettriche, in un brano iniziale piuttosto pesante per quanto riguarda il drumming. Un biglietto da visita intenso e urlato per il disco.
Saranno altri parte in modo più tranquillo, anche se ritmato, per poi accelerare e diventare aggressiva: “Se non sono questi gli anni belli saranno altri”. Un po’ di elettronica filtra all’interno di Rosso, che ha qualche tratto emocore, mentre racconta di ricordi non così lontani ma già struggenti.
La strada fra Torino e Roma si infiamma di velocità e di Rock’n’Roll, tra considerazioni pessimistiche e molto rumore: la salvezza passa attraverso il bicchiere,
Sigarette e orizzonti aprono Supero ogni limite, che ragiona con calma su possibilità di farla finita, mentre le sonorità si alzano in modo organico, alla ricerca di un buon motivo per resistere.
Prove e altre prove costellano America, che sfoglia sogni di fuga e disperazioni del presente, sempre in modo molto rumoroso. Parte dal sottosuolo la carica che trasmette Il mio futuro, altro pezzo con poche speranze di salvezza in vista.
Piuttosto definitiva Addio, che apre con i modi della ballad, ancorché un po’ urlata. Poi alza i toni, mentre la tentazione di cambiare aria si intreccia con la paura di fare una brutta fine.
Coerenti nei suoi e nei temi, I Boschi Bruciano mettono a punto la propria formula e affinano uno stile interessante e riconoscibile. Il disco suona molto bene, si ascolta con piacere e regala scariche di adrenalina, alle quali non si dice mai di no.