Mezzo Secolo di Luce è il nuovo disco de Il Mare Verticale, progetto nato a Roma nel 2013 da Francesco Mauro. Nel 2015 è stato pubblicato l’ep Uno (New Sonic Records) che riceve ottimi feedback da parte della critica, ed è segnalato da alcune riviste come una delle proposte esordienti più interessanti dell’anno.

La produzione artistica è di Paolo Benvegnù, alla cui omonima canzone, si presume, Il Mare Verticale deve il nome, e Matteo Portelli, con la partecipazione di Fabio De Min (Non Voglio che Clara) e del trombettista Lorenzo Soriano.

Il disco è scritto e composto da Francesco Mauro, eccetto Folkfest, composta da Mauro e Benvegnù; e Argento composta da Francesco Mauro e Matteo Portelli.

Il Mare Verticale traccia per traccia

Di solito non si incomincia un album con un pezzo dai ritmi lenti, ipnotici, avvolgenti. Ma quelli de Il Mare Verticale se ne fregano ed ecco Folkfest, pezzo dalle firme prestigiose (Benvegnù), narrativo e vasto, con un po’ di Ulisse in circolo, che fa capire che ci si trova di fronte a un disco particolare, “con il sale in bocca”.

“Battaglie di piombo”, disobbedienze e limiti si palesano all’interno di Bar 66, brano in crescita e in allargamento. La title track Mezzo secolo di luce ha un passo compassato e un atteggiamento molto meditativo, con sentimenti orchestrali diffusi.

C’è una malinconia letteraria che prende possesso di Fenoglio, omonima dello scrittore di Alba, che parla di memoria collettiva e di paura di morire.

Passo lento e illuminazione in corso per Argento, che dopo un ingresso soffice fa entrare la tromba e le percussioni, con modalità che fanno pensare al songwriting americano contemporaneo (Sufjan Stevens e compagnia).

Si sussurra piano, con la chitarra classica alle spalle, in Due Voci, che parla di figli, di rapporti complicati e di tentativi di volo, con una passione crescente.

Istinti omicidi ammessi emergono in una peraltro molto dolce Il Giorno in cui Donald Trump è diventato presidente, canzone politica molto sghemba, con un giro di pianoforte quasi ossessivo.

C’è un personaggio di altro tipo al centro di Silvio Orlando, altro pezzo a prevalenza acustica, ma con un battito fortemente inquieto che si manifesta al di sotto.

Mantelli di pelo e suoni soffusi per una piuttosto sintetica e vivace Quella finestra, che dopo la classica partenza morbida si anima.

Si chiude con tranquillità relativa grazie a La Camomilla, che si solleva alta con i pensieri “universali” e con gli archi.

C’è un gioco di specchi sulla copertina dell’album de Il Mare Verticale, ed è evidente come Francesco Mauro si rispecchi nelle proprie canzoni, intime e profonde, anche in modo crudo a volte. Il disco è di alto livello, consistente e perfino duro, a dispetto di suoni sempre piuttosto gentili.

Genere: cantautore

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