Il Vuoto Elettrico, “Radice”: recensione e streaming

E’ disponibile nei negozi, sulle piattaforme digitali e in tutti i digital stores Radice (Maninalto!/I dischi del Minollo), il nuovo album della band bresciana Il Vuoto Elettrico

«Per noi scrivere e comporre questo disco è stato difficilissimo. Trovare una sintesi dei precedenti due album e cercare di spingerci in una direzione nuova è stato impegnativo ma di grande soddisfazione finale. Abbiamo lavorato con Marco Lega, uno dei migliori produttori italiani e lo abbiamo voluto fermamente perché secondo noi è stato in grado di spingerci nella direzione corretta, con chitarre in prima linea e una produzione quasi sartoriale, analogica e dedicata nel dettaglio a fare emergere le cose più importanti di questo disco. Adesso aspettiamo di sapere se la “trilogia dell’esistenza” avrà un capitolo finale degno di questo nome. Noi ne siamo convinti».

Il Vuoto Elettrico nasce tra Bergamo e Brescia nel 2014. Il nome del gruppo prende ispirazione dal titolo del secondo album di uno dei migliori gruppi post-rock/noise italiani: Six Minute War Madness. A maggio decide di lavorare per il disco d’esordio e si rivolge per la produzione artistica a Fabio Magistrali (Afterhours, Il Santo Niente, Ritmo Tibale, Cristina Donà, Bugo, Perturbazione, Marta sui tubi, Six Minute War Madness, A Short Apnea, Punkreas, Scisma), umanista, manipolatore di materia sonora e miglior produttore della scena indie nazionale. 

Virale è pubblicato il 03.02.2015 grazie a una co-produzione tra l’etichetta savonese DreaminGorilla Records e Banksville Records di Londra. Il successore si concretizza un anno dopo: la produzione artistica è affidata questa volta a Xabier Iriondo (chitarrista di Afterhours, Todo Modo, Bunuel) che viene reclutato per la sua capacità di trattare in maniera estremamente radicale ogni progetto con il quale decide di avere a che fare. 

Il nuovo disco Traum (uscito il 10 marzo 2017 con il supporto di un gruppo di tre etichette, i Dischi del Minollo, DreaminGorilla Records e La Stalla Domestica) è un nuovo concept incentrato sulle stagioni della vita come metafora del permanere di un individuo all’interno di una casa e delle singole stanze che la compongono. 

A fine giugno del 2020 il gruppo registra il nuovo disco Radice a Firenze. La produzione artistica è affidata a Marco L. Lega, mente dei primi dischi dei Marlene Kuntz (Catartica, Il Vile, Ho ucciso paranoia, Senza peso). Nel disco è presente una prestigiosa collaborazione, quella con Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori, One Dimensional Man, I Cattivi Maestri) che ha scritto a quattro mani il testo di “Il Temporale” prestando la sua voce nella registrazione del pezzo. Il disco è in uscita il 15.10.2021 con una coproduzione Maninalto! / I Dischi del Minollo (Distribuzione Audioglobe). Durante i due tour per la promozione di “Virale” e “Traum” Il Vuoto Elettrico ha suonato in apertura a: A Toys Orchestra, Ulan Bator, Devocka, Edda, Pierpaolo Capovilla, coprendo buona parte del nord Italia con più di 70 date live.

Il Vuoto Elettrico traccia per traccia

Poco vuoto e molta aggressività ne I miei avanzi, che aprono il disco con acidità ed elettricità, con un po’ di CCCP sullo sfondo e con molte possibilità di impazzire, svariando tra alternative e psichedelia.

Si armeggia lungamente nei prodromi di Leggera e reale, che leggera non è, ma reale, concreta, urlata e appassionata di sicuro sì. Sorretta dalla forza degli strumenti, la voce vomita concetti in sequenza, concentrandosi soprattutto sulla “verità”, qualunque cosa essa sia. “Una solida realtà/non può far male”.

Un Capovilla quasi caparezziano piove su Il temporale, canzone punk, abbastanza folle e sicuramente capace di strattonare l’ascoltatore nei 2 minuti e 42 di contestazione frontale che regala.

E dopo il punk, la dolcezza: Gli angoli del nostro corpo è una sorta di ballad con archi, ma anche con un battito muscolare, ricca di contrasti, forse parente di qualche canzone aspra e piena di carezze dei TARM. “E adesso prendimi per mano/raccontami del disastro/respira piano che ti si spezzano le ali”.

Karmassenza recupera subito sul piano del rumore, con scalate improvvise e momenti di tempesta, parlando di verità e di identità. Che se ne va. Ecco poi Il giusto margine, altra dose di elettricità ruvida, con una sezione ritmica impegnata a frugare nei meandri della mente.

Arriva soltanto a questo punto dell’album Radice, title track che si annuncia riflessiva, ma che poi strappa d’improvviso e diventa dolorosa. Odio è un’anticanzone, nel senso che l’odio espresso è tutto in direzione della band, un concentrato di astio sotto forma di critiche, chissà se reali o inventate. Ok, ma “cosa me ne frega delle loro recensioni” no, non lo posso accettare.

Di acido in acido, ecco Anche se non scorre, che ha un testo molto gridato e abrasivo, su ritmi particolarmente rapidi e riccioli urticanti di chitarra.

Una chiusura conciliante? Non qui e non ora: Spirale picchia fortissimo, si riallaccia ai riferimenti anni Novanta, invoca esplosioni, si muove in armonia con il basso e gioca molto con i piatti della batteria.

Da una parte fa piacere ritrovare i gruppi che segui dall’inizio (se segui i link sopra troverai le recensioni dei dischi precedenti de Il Vuoto Elettrico) sempre in crescita e comunque coerenti con se stessi. Dall’altra ti chiedi perché non ottengano l’attenzione che onestamente meriterebbero, come in questo caso.

Ma a parte le domande epocali, conviene dare noi la giusta attenzione alla band lombarda, che anche nel nuovo disco rovescia idee, energia, consapevolezza dei propri mezzi e un’ispirazione che prende forme molto diverse. Insomma un disco notevole, che merita di essere ascoltato con attenzione.

Genere musicale: rock alternativo

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