Eccoti altre cinque segnalazioni in breve di dischi che potresti esserti perso.
Krang, “Comfort Zone”
Provenienti da Como, i Krang sono un duo elettro-pop. Con meno di due anni di vita alle spalle, ma molta esperienza in corpo (Marco Rip è anche membro de Il Mostro, “supergruppo” con componenti dei Nemesi e dei Vintage Violence), debuttano per Cane Nero Dischi e DreaminGorilla Records con Comfort Zone. L’ep si apre con I Wanna Love But My Ego is so Hard, che mette in evidenza moltissime nostalgie per il dancefloor degli anni Ottanta. Virata in colori molto più electro e più contemporanea Comfort Zone, la title track. Influssi black in salsa elettronica ma anche con un groove notevole in 56k. Sensazioni più morbide quelle trasmesse da Wabi Sabi. Si chiude con la vibrante, aggressiva e ambigua Octopus. Il duo sa dove mettere le mani e ottiene un ep ricco di stimoli.
Evan, “Reworks, Remixes, Alternatives”
Dopo l’esordio omonimo datato giugno 2016 il produttore, dj e compositore partenopeo Gaetano Savio aka Evan propone un nuovo album di versioni alternative e remix. Un lavoro il cui intento è quello di esplorare percorsi diversi e di andare più in profondità rispetto alle tracce originali presenti nel primo album, affidandosi anche alla sensibilità degli artisti coinvolti nell’operazione. Nel disco emergono sensazioni differenti che vanno dal gusto brasiliano di Só Assim (versione alternativa di Don’t Quit) alla cassa in quattro di Thrill Me (3AM Rework) passando per l’Afro-Funk di Impressions e arrivare alla elettronica di Say Goodbye nella versione di Richie Ravello.
124C41+, “Ode”
Gli 124C41+ (one to foresee for one another) arrivano da Terni e hanno già due ep pubblicati alle spalle. Il nuovo lavoro, un album composto da un’unica traccia (lunga circa 25 minuti): Ode rappresenta il capitolo conclusivo di una sorta di “trilogia sonora”. 124C41+ (One To Foresee For One Another) è un progetto a lungo termine che impiega il comune sforzo di quattro menti nella creazione di immaginari condivisi, restituiti al pubblico attraverso diverse forme: musica, narrativa, poetica e illustrazione. La band definisce Ode “una composizione organica”. Il disco è stato inciso tra Terni e Bologna. Nella lunga traccia si trovano echi di risacca iniziali, sempre più potenti. Poi note lugubri di pianoforte, quindi momenti di tempesta crescente. Poi ancora calma e ancora tempesta, in un loop furibondo. Una traccia/disco che riesce ad arrivare a vette importanti, con un passo spesso maestoso e con una tensione che non cala mai.
Stramare, “Non preoccuparti”
Stramare è il progetto musicale di Matteo Palazzolo, giovane cantautore piemontese. Non preoccuparti è il suo ep di debutto, prodotto in collaborazione con Kobayashi Management. L’ep si apre con è Salsedine, scelta anche come singolo: “Questa canzone ha cambiato più volte pelle come i serpenti e ha attraversato diversi momenti della mia vita prima di mostrarsi alla luce del sole e di conseguenza mostrare me. Io e lei nel nostro habitat naturale laddove le cose sono pregne di salsedine, laddove la carne si mischia con lo spirito. Ora la lascio a chi la vuole ascoltare sperando la si tratti con cautela”. Il cantautorato piuttosto scarno dal punto di vista sonoro di Stramare si conferma in Luna, mentre Segni di vita evolve verso un pop leggermente più movimentato. Chitarra, voce e atteggiamento sfrontato (con moderazione) per Ti ricordi. L’ep si chiude con Torino, che ha un atteggiamento narrativo “da cantautore”, più tradizionale ma forse anche più ricca rispetto alle altre canzoni dell’ep. Stramare mostra segni di talento e idee di buon livello distribuite su tracce spesso molto piacevoli.
SAT, “Life on Saturday at One pm”
Il primo lavoro discografico di SAT è l’ep Life on Saturday at 1 PM. L’ep è prodotto da Davide Chiari (Alley) e Thomas Barufaldi, è stato registrato nell’ottobre 2016 presso lo studio di Riserva Indiana. Il disco si apre con Coupon, che superato il quasi noise iniziale si affida alla chitarra folk e a una voce dalle distorsioni psichedeliche. Più lineari i percorsi di Wish you well, che declina verso una certa malinconia. Mr. Weepul mantiene le emozioni a bada, ma confeziona un breve crescendo acustico. Seeker si dedica ad atmosfere western, acquisendo toni più drammatici. Sober ha un atteggiamento narrativo che si allunga in modo fluido (si direbbe liquido, ma forse è meglio evitare) su tutta la canzone. L’ep si chiude con una blueseggiante Road Trip, che si allarga a jazz club verso il finale. Buone idee e canzoni di sostanza per un esordio magari non baciato da originalità assoluta, ma dal talento sì.