C’è Effenberg con un microfono in un occhio sulla copertina della Incontrixsingoli, la playlist che ti incerotta il cuore. E che per incerottartelo per bene ricorre anche a canzoni di Tommaso La Notte, Aftersalsa, Frambo, Romeo e Drill, Ale De Rosa, Francesco Pintus, Folcast.

Effenberg, “Atto di rivolta”

Cresce un po’ per volta l’Atto di rivolta di Effenberg, nuovo singolo molto elettronico e piuttosto pop ma scritto con una certa consapevolezza e anche con un po’ di archi nel finale.

Siamo come vecchie valige tenute insieme dallo spago e dalla voglia di resistere

Effenberg è il nome d’arte di Stefano Pomponi, cantautore lucchese. Debutta nel 2015 con l’album autoprodotto Piazza Affari Chiude in Calo che, che lo porta a frequentare i primi palchi di diverse piazze. Il vero ingresso nella scena musicale italiana indipendente avviene nel 2017 con il disco “Elefanti per Cena”, che gli permette di farsi conoscere alla critica ed esibirsi in diversi concerti, dal palco del Lucca Summer Festival, fino ad arrivare a condividere il palco con artisti del nuovo circuito pop indipendente tra i quali Selton, Eugenio In Via Di Gioia e Dente. 

L’anno successivo i brani Elefanti Per CenaNon mi riparo mai vengono inseriti nella colonna sonora  del film di Valerio Mieli, con Luca Marinelli e Linda Caridi, intitolato Ricordi? presentato alle giornate degli autori del Festival Di Venezia e  vincitore del premio del pubblico BNL. 

Sempre nel 2019 viene pubblicato il suo terzo disco Il cielo era un corpo coperto che con il singolo Tergicristalli riscuote un buon successo di critica e di ascolti nelle principali piattaforme streaming. Nell’estate del 2019 accompagna Luca Carboni nel suo Sputnik Tour suonando in apertura i brani Buddha Con Napoleone e Tergicristalli e duettando con l’artista bolognese con la canzone Prima Di Partire (Carboni/Poi).  

Il 15 maggio 2020, dall’isolamento forzato dalla recente emergenza sanitaria, nasce il brano Merlo, una fotografia personale e inedita di questo strano momento storico. Nel corso di quest’anno, oltre a rientrare tra i dieci finalisti del concorso L’Artista che non c’era, pubblica il singolo Sirene Alate e Mini Universo con cui ha dato inizio alla collaborazione con Sound To Be.

Tommaso La Notte, “Ballano le lucciole”

Tommaso La Notte pubblica singoli a ritmo sostenuto: Ballano le lucciole è il nuovo singolo, molto piovoso e sentimentale. Ambiente universitario prenatalizio, in cui si annida una ballad che fa riferimenti ai film di Tornatore (non che i film di Tornatore siano necessariamente strappalacrime, ma ok).

Ballano le lucciole è una geografia decadente della solitudine. È il senso di costante fluire interiore che si prova quando si convive con la sensazione di mancanza. In questa canzone si prospetta da un lato il proprio senso di mancanza, dall’altro la percezione che l’altra persona sia ormai andata avanti, che non si crogioli o soffra nel ricordo di quel che ormai non esiste più di noi. In questa geografia poetica non rimangono fuori i grandi centri commerciali in cui all’improvviso come fulmini esplodevano nel petto i ricordi dell’altra persona, i ponti, il corpo dell’altra persona, le ciglia, la lingua, la pelle. Tutto finisce nella richiesta di raccontarsi. Il protagonista chiede alla persona che non sente più da tempo di raccontargli piccolezze quotidiane, che rappresentano il fulcro della nostalgia del protagonista: quali creme mette sulla pelle, quali viaggi non può mancare, quali libri sta leggendo o per quali esami sta studiando. Nel caso in cui ciò non fosse più possibile, al protagonista interessa che l’altra persona racconti di quello che erano stati con la stessa poeticità malinconica di un film di Tornatore. Ma forse anche questo è impossibile”.

Aftersalsa, “Arabo”

Si parla di pane nell’incipit di Arabo, il nuovo singolo degli Aftersalsa: una sveglia all’alba a Milano Nord (che ok, non è il Vietnam come Roma Nord, ma sarà almeno il Laos) raccontata con synth vivaci e un beat coerente. “Resta un ricordo di te: una foto in Questura”. La band di Futura Dischi pubblica i primi due i singoli a settembre 2021. Immersi tra autotune e riverberi, Patente e Non credermi sono i primi due capitoli di un viaggio musicale che immediatamente porta soddisfazioni: alla prima uscita entrano nella playlist editoriale di Spotify Scuola Indie. Il singolo successivo è Matteo Davvero, uscito il 15 ottobre. 

Frambo, “Non mi spingere”

Con un sound abbastanza tradizionale, quasi jazzato grazie a piano e fiati, Non mi spingere è il nuovo singolo di Frambo, che pensa di averla “fatta grossa” quando vede la sua lei che ride. Dopo il ritorno sulla scena con Perdonami – feat. Loomy (subito inserita da Spotify Italia nei suoi principali cataloghi editoriali, da Indie Italia a Scuola Indie passando per New Music Friday), il giovanissimo talento di La Clinica Dischi conferma tutto il suo potenziale con un inno alla vita.

Romeo e Drill, “Sono ancora morto”

Esce per Leace Music Sono ancora morto,  il nuovo singolo del duo formato da Romeo e Drill che ci offre una nuova descrizione pop della solitudine, immergendoci in sonorità urban e influenze dei primi anni 2000, con pochissimo ottimismo.

Cadere nell’abisso tenendo le sensazioni positive della caduta. Sono ancora morto è un brano malinconico; Descrive alla perfezione quella sensazione di solitudine provata, nel momento in cui senti di precipitare. Per fortuna però, poco prima dello schianto, uno spiraglio di luce da vita alla bellezza, ad una melodia, a un sogno che si avvera: la propria felicità. Sentirsi solo, non significa solo rinunciare, significa anche imparare a conoscerci da dentro

Ale De Rosa, “Qualcosa di più”

Chitarra acustica e un certo impeto animano Qualcosa di più, il nuovo brano di Ale de Rosa, musicista e cantautore indipendente di Torino che ha esordito come solista nel 2016 con l’album Fuori è Dentro (disponibile su tutte le piattaforme streaming), un concept album caratterizzato da ruvide sonorità alternative rock. Oggi si riaffaccia sulla scena indipendente con un sound più morbido e maturo, in cui si mescolano molteplici forme e stili musicali, dall’elettronica al funk, dal rock alla bossa nova, dal pop al jazz.

Francesco Pintus, “Erisimo”

La morbidezza del pianoforte si appropria dell’apertura di Erisimo, canzone di Francesco Pintus che sembra anche un flusso di coscienza piuttosto accorato. L’erisimo, noto anche come erba cornacchia comune o erba dei cantanti, è una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicacee. E non l’abbiamo assolutamente copiata da Wikipedia questa definizione.

Lasciar scivolare la polvere giù dagli scaffali del cuore, dove hai stipato l’ennesimo manciata di scuse che hai dato a te stesso per non inseguire il tuo destino, al di là del muro; fuori fase, fuori fuoco, fuori è buio da anni e il giorno è una promessa che il tempo sembra non voler rispettare. Troppe facce e pochi volti nel vociare del traffico quotidiano, mentre la vita sorpassa a destra e non fai in tempo a raggiungere il via che la benzina ti urla “stop”. Ricomincia così la ginnastica esistenziale che ormai conosci bene: rimettere in sesto il motore mescolando erisimo e cherosene per far bruciare un altro po’ questa voce che trema, ma non sa smettere di cantare.

Folcast, “Come no”

Ormai sono piuttosto riconoscibili il sound e l’approccio di Folcast, che nel nuovo singolo Come no allarga però un po’ il discorso, sia dal punto di vista sonoro sia di scrittura.

“Come no” nasce dopo una discussione accesa. La rabbia ha trovato terreno fertile su un’iniziale idea strumentale di Federico Gelli grazie alla quale sono riuscito a esprimermi. Ricordo che il flusso mi ha inchiodato alla sedia, cuffie in testa e feeling forte tra ciò che volevo dire e la concentrazione che serve per cercare di farlo. La solitudine condivisa che si era venuta a creare mi ha permesso di trovare uno sfogo dal quale mi sarei ripreso solo una volta completata la scrittura. Questa canzone è realtà e fantasia, ragione e incoerenza, sfogo e amore. Come quando si litiga, forse. Quante cose si mettono in mezzo? Quanto è importante scontrarsi per poi fare pace e riuscire a non ritornare sugli stessi errori di sempre, quelli che magari ti fanno credere che sia meglio andare giù, invece che cercare di aspirare a stare meglio. Ho capito che le cose più semplici, non sono sempre le più giuste, tantomeno le più belle»

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