Si chiamano June and the Well e rappresentano una band composta da membri di Sprinzi, Miles Apart e Tante Anna: la loro seconda uscita, un 6 tracce che concentra molto emo e svariate idee Nineties, si chiama Gudiya (e l’abbiamo recensita e proposta in streaming qui). Adesso però non li abbiamo soltanto intervistati, ma vi proponiamo anche, in esclusiva, la possibilità di scaricare in free download il loro brano S-Low, con Matilde Davoli, cliccando qui.
Potete raccontare la vostra storia fin qui?
Nel 2012 Gigi (Luigi Selleri) ha mollato per un po’ la batteria e ha cominciato a scrivere emo ballads con una vecchia chitarra acustica. Poi ha fatto ascoltare un demo al suo amico di vecchia data Stefano Manca, boss del Sudestudio di Guagnano (LE), il quale si è offerto di ospitarlo per alcune sessions di registrazione
in stile “one man band”.
Nell’arco più o meno di un anno è venuto fuori un album di 10 pezzi dal titolo omonimo di June and the Well, con vari amici musicisti ospiti in veste di collaboratori. Special guest alla voce dell’opening track “Your Magical Mirror”, Lele Morosini, già voce e chitarra dei mitici Eversor e The Miles Apart.
La release è stata fatta a dicembre 2013 da un etichetta giapponese culto chiamata Waterslide Records, che essendo assai intrippata con robe tipo Eversor e The Miles Apart ha ben volentieri fatto uscire un disco che prendeva spunto da quel sound caratteristico degli anni ’90. Quando è stato il momento di portare il disco dal vivo è venuto fuori il problema di come far diventare la one man band una vera band.
Così Gigi ha preso una birra con Tomba (Stefano Tombari) conoscenza di vecchia data, nonché frontman dei pesaresi Sprinzi, che quanto a quel sound caratteristico di cui si parlava sopra, hanno contribuito a scrivere una bella pagina nell’underground italiano di fine 90 primi 2000. E’ venuta fuori la proposta di fare qualche prova insieme per portare i pezzi in acustico.
Dopo un paio di bei concerti fatti nei primi mesi del 2014 gli è presa la voglia di trovare un batterista e un bassista per completare la formazione. Luca Bartolucci, già batterista dei Miles, dopo non pochi corteggiamenti, si è unito alla squadra. A completare il tutto Thomas Koppen, scippato in extremis ad Alessandro Baronciani e ai suoi Tante Anna. Poi da lì le prime prove e pezzi finalmente suonati in elettrico, nuovo materiale, un po’ di festival fighi e concerti vari in giro, fino al culmine dell’apertura del concerto dei Mineral al Velvet di Rimini a febbraio 2015.
Ah nel frattempo sì è conclusa con successo una campagna di crowdfunding su Musicraiser per finanziare la produzione di un nuovo album intitolato “Gudiya” (che stiamo promuovendo in questo periodo), registrato ovviamente al Sudestudio e pubblicato sempre da Waterslide Records.
Nel vostro sound si “leggono” numerosi influssi 90s. Quali sono le vostre band di riferimento?
Bah… Garrett Klahn dei Texas is the Reason ha dormito nella mansarda di Gigi con tutta la sua attuale band durante il tour europeo 2014. Poi Gigi in viaggio di nozze è andato a Los Angeles a trovare Jon Bunch dei Sense Field/Further Seems Forever a casa sua, e si è fatto suonare “Save yourself” con la 12 corde.
Tomba è amicissimo di J. Mascis (… e di molti altri..) e lo accompagna in giro ogni volta che torna a suonare in italia.
Chupa (Luca Bartolucci) ha ancora la maglietta originale dei Quicksand. Thomas (Koppen) ascoltava gli Sprinzi e gli Eversor col Walkman back in the days.
Nel 2013 June and the Well ha duettato dal vivo con Jonah Matranga in “Mother Mary”. Se questi nomi vi dicono qualcosa allora ci siamo capiti!
Vorrei sapere come nasce “S-Low” e la collaborazione con Matilde Davoli
S-Low nasce nella fase June and the Well “duetto acustico” (Tomba + Gigi). Poi suonata full band ha preso tutto un altro sapore e a pochi giorni dalla registrazione Gigi ha chiesto a Matilde di provare a cantare nel ritornello anche perché il testo della canzone è un dialogo tra un figlio e sua madre.
Perché Matilde? Perché Matilde vive a Londra ma è originaria della provincia di Lecce e collabora con il Sudestudio (facciamo pubblicità a chi se lo merita…) dove si è registrata e mixata il suo disco bomba “I’m calling you from my dreams”, che sta spaccando anche negli States. Gigi è di Lecce anche lui, conosce bene Matilde e hanno molti amici in comune. A domanda Matilde rispose: “ci sto!”.
June and the Well: un arpeggio immortale
Come nasce “From the Ashes of your Heart”?
From the Ashes nasce nel migliore dei modi: a caso… in sala prove. Tomba durante tra un pezzo e l’altro butta fuori un arpeggio immortale di quelli sui quali puoi costruire qualunque cosa. Ci abbiamo girato intorno per diversi minuti perché qualsiasi variazione di accordi sul tema principale suonava bene!
Ognuno ci ha messo del suo e questo è stata sicuramente la cosa più bella.
Potete raccontare (in modo comprensibile anche ai non esageratamente tecnici) la strumentazione principale che avete utilizzato per suonare in questo disco (anche le marche e i modelli, eventualmente)?
Per le chitarre testata Fender Bassman super vintage che odorava di saloon. Gigi usa una Telecaster Custom nera. Tomba usa una Les Paul che ha una storia mitologica. E’ passata dalle mani sante di Paul Chain (si si, proprio quello dei Death SS, Violet Theatre etc…) a quelle di Lele degli Eversor e infine è arrivata a lui.
La distorsione che sentite nel disco è valvolare al 100% così come esce quando spingi il drive della testata a palla.
Per la voce amplificatore AMS Neve. Batteria: Ludwig. Basso: Sterling Musicman ma Koppen non ne è sicuro perché ogni tre mesi cambia modello.
E ora la domanda di chiusura: siccome si sa che il grande successo musicale si raggiunge costruendo delle rivalità fasulle, chiederei di scegliere uno o più rivali e di criticare, anche per finta, i vostri colleghi, che poi risponderanno per le rime e tutti venderete molti più dischi. Che ne dite?
No seriamente: trovate qualcuno che suona ancora questa roba in giro e poi magari ci inventiamo la risposta!