Un passo alla volta, letteralmente: Livia Ferri, cantautrice con alle spalle un disco doloroso come Taking Care (2012) ha deciso di pubblicare il proprio nuovo lavoro, A path made by walking, una canzone alla volta, lungo tutto l’arco del 2015. Una scelta originale, almeno quanto la sensibilità di una cantautrice capace di regalare numerose sorprese: qui i cinque brani usciti finora, e qui sotto le risposte alla nostra intervista.

Vorrei sapere come nasce l’idea di un disco pubblicato una canzone per volta e come, passato lo stupore iniziale, è stata accolta l’operazione.
L’idea è nata da due considerazioni: la prima, artistica. Un’esigenza umana, personale, una sfida: cercare di invitare le persone a prendersi del tempo, tempo per se stessi, in cui riuscire ad ascoltare un brano intero, senza fretta, dare e avere l’occasione di percepire la risonanza interna di questi brani, di questo intero disco.

Scelta totalmente in linea con il concept dell’album, che riguarda il cammino, ma il cammino personale, diverso per ognuno, o almeno diverso per tutti quelli che non seguono un percorso prestabilito da una qualsiasi figura, che sia la famiglia, la religione, la società. L’altra faccia di questa scelta è nata dalla voglia di sperimentare un nuovo modo di produrre e promuovere quello che facciamo.

Era interessante provare a pubblicare un brano alla volta in modo tale da creare aspettativa su ogni pezzo, come se ognuno fosse un singolo. All’inizio lo stupore non è mancato, anzi! Però a oggi possiamo dire che stia funzionando: l’aspettativa c’è e il pubblico ci sta accompagnando passo dopo passo, brano dopo brano.

Questo è un disco che nasce dopo le esperienze dolorose che avevi affrontato nel disco precedente. Nell’idea di pubblicare un brano alla volta si può leggere anche una sorta di catarsi graduale, o anche un po’ di pudore nell’aprirti un po’ alla volta?

E’ sicuramente più una catarsi che pudore, assolutamente. Il pudore in questo disco l’ho decisamente abbandonato! La tracklist del disco ha un ordine preciso che ha proprio il senso della catarsi: si parte dall’antro più buio in cui mi sono ritrovata finora nella mia vita per arrivare alla coscienza di me, alla felicità, all’equilibrio, all’armonia interiore… ma la vita è fatta di cicli, si sale e si scende! Questa è la cronaca di un ciclo molto importante della mia vita.

Livia Ferri: la natura mi ha curata

L’ultimo brano che hai presentato è “Patterns”: puoi raccontarcelo?

Patterns è una canzone sulla paura. Su tutto ciò che non riusciamo a fare, a diventare, a cambiare, a vedere, per paura. La paura della paura, il labirinto che ti immobilizza, dal quale si può uscire solo facendosi strada a morsi. E’ un brano duro, in cui c’è molta comprensione ma non c’è giustificazione, non c’è indulgenza: dare spazio alla paura è la peggiore strada che possiamo prendere. La paura racchiude tutto il malsano, il non vero. L’odio nasce dalla paura, come moltissime altre tendenze negative. Il contrario della paura è l’amore.

Il brano lo abbiamo scritto io e Mimes of Wine (Laura Loriga, cantautrice e pianista bolognese), che ha riarmonizzato il pezzo aggiungendo profondità e ricchezza e le sono davvero grata per questo. Quando l’ho invitata a partecipare sapevo che il risultato sarebbe stato bellissimo, è una grande artista.

Che cosa puoi raccontare di “Gratitude”, di cui è in programma l’uscita il 1° settembre?

E’ un brano romantico, nel senso che ha a che fare con il romanticismo, se ci penso. Parla di un mese difficile, in cui mi sono sentita molto sola, presa in giro, umiliata. Nei momenti di maggior difficoltà la natura mi ha salvata, fortunatamente mi trovavo in un luogo meraviglioso. Ogni piccola cosa, una sferzata di pioggia, il forte vento, il volo degli uccelli, mi riportavano al presente, al presente più reale, il presente del corpo.

La natura mi ha curata, mi ha fatto sentire viva quando mi era difficile il contatto con gli umani, quando non volevo più parole, non volevo più parlare. Ha fatto sì che ritrovassi me stessa. E che trovassi una persona importante. E’ la gratitudine verso la natura, verso me stessa, che ho saputo resistere alla tentazione della cattiveria. La gratitudine verso la vita, anche se è banale, che non smette mai di darti l’occasione di crescere.

Che cos’hai in programma per il completamento del disco? Qualche sorpresa?

Partirà una lunga stagione di live. L’album è stato registrato quasi completamente in live, perciò venire ai concerti è un ottimo modo per ascoltarlo! Inoltre nel disco ci sono due brani strumentali, ‘Love’ e ‘Happy’: la prima è stata pubblicata poco fa su Rockit nella compilation per l’estate, la seconda potrà essere ascoltata solo quando uscirà il disco completo.

Nella versione in vinile abbiamo inserito anche una cover di Comfort Me di Feist e, in aggiunta, l’uscita dell’album sarà accompagnata dalla pubblicazione di un piccolo ebook che conterrà tutti i testi, i disegni e soprattutto le mie spiegazioni di tutti i brani dell’album. C’è così tanto di me in A Path made by Walking, che mi serviva ancora più spazio per raccontarlo tutto.

One thought on “Intervista: Livia Ferri, il contrario della paura è l’amore”
  1. […] il disco che Livia Ferri ha pubblicato una canzone per volta lungo tutto l’arco dell’anno (anche se l’avevamo intervistata qui). Tempo di rimediare, ricordando che il disco è coprodotto da Alessandro De Berti e vede la […]

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