Sogno solo ari/-\ è il nuovo ep di Itaca Reveski, che chiude un primo ciclo di canzoni e di storie. Introspettivo, dolce, malinconico, ermetico di significati ma emotivamente molto diretto, racchiude in sé un enorme abbraccio per chi si farà cullare dalle sue note. Il titolo racchiude il senso dell’inizio di questo viaggio alla ricerca di Itaca Reveski, un viaggio letterario oltre che musicale: un musicista viaggiatore trova un diario, “Il diario di Itaca Reveski”, leggendolo se ne innamora e decide di mettersi alla sua ricerca.
Itaca Reveski traccia per traccia
Nထvola apre le danze, con un’aria abbastanza meditativa e mediterranea, ma anche con ritmi che si scompongono via via che le note scorrono. C’è uno sguardo da cantautore alla base del brano, ma anche una ricerca sonora piuttosto minuziosa.
Si prosegue con gli arpeggi di Gdbye (0,0), sempre piuttosto sussurrata, con risacche sonore che procedono a loop.
Viaggi spaziali tranquilli, quelli dipinti da Andiamo su>la luna, altro brano dal passo contemplativo e introspettivo, comandato da un battito morbido ma consistente.
Vocalità e parole di morte aprono Delle sirene il c/-\nto, coerente con i riferimenti odissaici che fanno capo al nome dell’artista. Ipotesi post mortem “soft”, che si coniugano con un andamento elettronico piuttosto teso.
Ecco poi la cover de I giardini di marzo, grande classico disperato di Lucio Battisti, qui resa anche più profonda, con resa però fluida. La scelta della cover conferma un legame con il mondo cantautorale classico, benché poi i vestiti adottati dalle canzoni siano per lo più sintetici.
Si chiude con il brano più pop, cioè 20:venti, più semplice per linee e anche più “gridato”, soprattutto se lo si paragona ai sussurri degli altri brani. Quarantena e mitologia dialogano in un finale non tranquillo.
Sei canzoni come un indizio di ottima scrittura, quelle di Itaca Reveski, che presenta tutto il proprio registro, dal pop al cantautorale, senza abbandonare dinamiche elettroniche e un certo gusto per il dettaglio.