Esce per Lost Generation Records (e in distribuzione Believe) Fantasmi, l’album di debutto della cantautrice e producer Kimerica, già anticipato dai precedenti singoli Coro per la fine del mondo, Not anymore e Guarda come me ne vado. Kimerica affronta le varie fasi del dolore legato a una separazione, fino alla completa rinascita.
Il pop elettronico di Fantasmi si declina in vari modi nel corso del disco senza però mai perdere di vista l’importanza del racconto. Il rapporto con l’altro in Fantasmi prende varie forme, può essere immaginato e non consumato così come violento e abusivo, ricercato o al contrario evitato.
Kimerica traccia per traccia
Apocalisse e bassi profondi per il brano iniziale del disco: un Coro per la fine del mondo che si alza piano e fitto, con elettronica e voce volutamente priva di espressività, a raccontare incontri e ansie. Anche se “questa non è la fine del mondo”.
“Cos’è andato storto Honey? Mi sembrava di aver fatto tutto giusto”: e invece così giusto evidentemente non era. Toni da film americano per un incontro che forse si tiene in un bar tipo Blade Runner, vista l’ambientazione sonora. La reazione di “Honey” non è quella sperata, nonostante il protagonista della canzone ha promesso mari e monti, e non sembra voler accettare un “no” come risposta.
Problemi con il sonno in Chiudi gli occhi, cantati con voce sottile e inquietante. Il pianoforte propone un background sonoro melodico ma il pezzo cresce piano piano fino ad aprirsi in modi teatrali e anche un po’ da brivido.
Quasi title track, I tuoi fantasmi mostra anche attitudini hip hop, in un pezzo da corsa ancora circonfuso di elettronica. Passaggio in club per Discokim, che scintilla di reminiscenze 80s, ma anche di molta carnalità: “Siamo solo sangue e pelle”.
Momenti di congedo con Guarda come me ne vado, piuttosto oscura e capace di scandagliare in profondità, sempre con l’ausilio di bassi e percussioni electro. Lasciami entrare prosegue sulla strada della malinconia, con un passo stavolta rallentato e la dichiarata intenzione di arrivare nel profondo.
Si passa all’inglese per Not Anymore, che torna sui piani dell’inquietudine, aiutata anche da costruzioni sonore ad hoc. In un’altra vita recupera il lato più drammatico: battiti profondi e ipotesi di vita sfuggenti. Come Fantasmi appunto.
Ninna Nanna parla di bellezza e di lividi, anche senza essere gli Afterhours. Ma i lividi qui sono quelli che ci si fa da bambini, con un cantato ancora una volta sottile e un tessuto melodico fitto, avvolgente ma non particolarmente consolante.
Ottimo il lavoro che Kimerica fa su questo disco, sia a livello sonoro sia per la costruzione di una storyline ricca di spunti. Un debutto già molto maturo e consapevole, con uso sapiente di tutti gli elementi a propria disposizione. Una rivelazione che completa il buon lavoro fatto con i singoli.