Torna in scena la composizione per sola chitarra acustica del musicista fiorentino di origine italo-indiana Krishna Biswas. Si intitola “Radha” ed è pubblicato dalla label toscana RadiciMusic Records di Aldo Coppola Neri, realtà sempre molto attenta ai contenuti di qualità vantando, tra gli altri, anche un ricchissimo catalogo di opere popolari, della tradizione e di contaminazione world.
Krishna Biswas traccia per traccia
Si parte in assoluta tranquillità, con gli accordi morbidi di Novembre. Molto più articolata e a livelli sovrapposti Ungart, capace di sorprese improvvise e di un certo virtuosismo.
Torna a una certa calma contemplativa l’atmofera con Foresta. Più pieni i suoni della lunga Radura (6 minuti e 20), che si inerpica anche per fittissimi discorsi e dibattiti tra i suoni.
Ma dai giochini un po’ jazz e un po’ barocchi si torna alla semplicità e all’intensità con Ottobre.
Baliset è punteggiata di piccoli suoni e di sensazioni mutevoli. Si arriva poi alla doppietta Padre-Madre, due brani lunghezza quasi identica, il primo con toni che vanno sul blues, il secondo molto più meditato.
Ci si inoltra in territori di sottobosco con Inverno, altro brano rigoglioso di piccoli suoni.
Molte aperture (e quasi qualche citazione degli Who) in Dicembre, ritmata e serrata.
Si torna a una certa dolcezza con Kevo, mentre Nepal è festosa e colorata. Ma è inevitabile un ritorno alla meditazione, che arriva subito con Ch’i’ fossi.
Ecco poi l’unico brano già edito dell’album, cioè una vivissima e torrenziale Helsinki. A chiudere, gli oltre 11 minuti di Maggese, che ha una partenza molto tranquilla e lunghe trame particolarmente scintillanti.
Un lavoro complesso e stratificato, quello di Krishna Biswas, capace però di appagare non soltanto i cultori dello strumento e del genere, ma anche chi proviene da territori limitrofi come il jazz o il progressive.