La recensione: “2”, Tante Anna #TraKs
Un ep, tre canzoni, due membri della band, Tante Anna: c’è di che essere disorientati, anche se c’è il fondato sospetto che “Tante” vada letto alla francese, per “zia”. La band in questione, composta da Thomas Koppen e Alessandro Baronciani, non sembra essere confusa.
Al contrario, dentro 2 ci sono tre brani molto ben delineati, forgiati in un sound corposamente dark, solidamente ancorati alla tradizione internazionale.
Si parte con Termine (perciò si viaggia al contrario): un compatto discorso di new wave sound che colpisce per l’atteggiamento incalzante e per il cantato molto etereo.
Oscurità diffusa anche all’interno di Iasu, presentato come singolo, in cui il ritmo è un po’ meno soffocante, ma non di molto.
La chitarra elettrica accentra le attenzioni in Quattro (la confusione numerica non accenna a diminuire) anche se il brano evolve durante il proprio percorso e si lascia prendere da un organo piuttosto raggelante.
Il secondo ep di Tante Anna può essere considerato come una tappa intermedia (c’è in arrivo uno split album con gli Havah), ma anche come un tentativo, riuscito, di consolidare le proprie basi e un suono ormai ben coagulato.